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Inter vittima del caos, la Provvidenza porta equilibrio. Conte dà un segnale, al centro può essere la svolta 

di Marco Lo Prato

Vincere aiuta a lenire le ferite. È così da sempre nel calcio e  anche la storia dell’Inter 2020/21 non è da meno: i 3 punti guadagnati nell’anticipo di mezzogiorno contro il Cagliari hanno un’importanza enorme, per molte ragioni. Prima di tutto perché permettono all’Inter di continuare a correre in Serie A, dove racimola la quarta vittoria consecutiva. Inoltre, c’era bisogno di dare una risposta concreta dopo il blackout di mercoledì: e l’Inter l’ha fatto, se pur in maniera confusa e con qualche sofferenza di troppo. 

Il calcio è questo: venti tiri in porta dell’Inter per vincere una gara all’ultimo minuto, con una sgroppata di Lukaku a suggellare un risultato che al termine di un primo tempo a senso unico è stato prepotentemente messo in discussione. Il Cagliari è stato bravo a giocare sulle insicurezze dell’Inter, per poi arrendersi alla superiorità tecnica di una squadra che sta ancora cercando la sua forma migliore. Il segnale di Conte è chiaro: per vincere, bisogna cambiare qualcosa. 

RISPOSTE - Dopo la tremenda delusione di Champions League, l’Inter doveva dare una risposta concreta. Conte rispolvera Eriksen, tornato titolare dopo la gara contro il Parma del 31 ottobre e delle apparizioni sporadiche per 18 minuti rumorosi nell’ultimo mese e mezzo. I nerazzurri cominciano forte e si schiantano su un Cragno formato deluxe: 4 parate straordinarie, due su Lukaku e due su Sanchez. Come spesso succede, l’Inter alla mezz’ora rifiata e inizia a concedere campo al Cagliari che sfrutta la catena di destra: le sovrapposizioni fra Zappa e Faragò creano scompiglio, anche perché Perisic fa fatica a tenere il campo. Risultato? Un gol beffardo, con Handanovic immobile e la difesa scherzata da una volèe magistrale di Sottil. E la situazione si fa durissima.

QUALITA’ - L’Inter si ritrova sotto immeritatamente e ha bisogno di una scossa. Conte, ruvido e scontroso ai microfoni post Shaktar, sembra aver assorbito le critiche e razionalizzato il piano d’azione. I cambi arrivano subito, con il primo squillo che suona a vuoto: l’ingresso di Hakimi è sconclusionato e non fa che contribuire a rendere più caotica la situazione in mezzo al campo.

La partita inizia a cambiare d’inerzia quando entra Sensi, che porta inventiva sulla trequarti avversaria e diventa imprevedibile, un’ombra di quel che si è visto all’inizio della scorsa stagione.
Conte si gioca il tutto e per tutto quando inserisce Lautaro per Bastoni, passando alla difesa a 4: quel che doveva succedere a San Siro mercoledì, accade alla Sardegna Arena. Il risultato è istantaneo: E’ proprio da un tiro di Sensi che nasce il corner del pari: Barella legittima una prestazione totale siglando il gol che ridà la speranza su una palla vagante al limite dell’area, per poi concedere al neo entrato D’Ambrosio la gloria della rimonta
 

PROVVIDENZA - E’ proprio lui il settimo reggimento della cavalleria: passano gli anni, si susseguono i terzini, ma alla fine la decide sempre lui. D’Ambrosio entra per un problema fisico di Hakimi e continua a spadroneggiare sul secondo palo. A Cagliari, sbuca davanti a Cragno e lo trafigge con la specialità della casa, il colpo di testa. Una vittoria di nervi e carattere, rafforzata dalla cavalcata di Lukaku che segna il nono gol in campionato, portandosi a -1 da Ibrahimovic. 

E’ strano che l’Inter abbia avuto bisogno di tutto quest’affanno per vincere una gara che ha legittimamente dominato, ma il calcio è strano: e se i gol subiti sul secondo pallo hanno tolto, a questo giro hanno restituito qualcosa all’Inter. Che ora è chiamata a dar seguito al segnale della Provvidenza, per trasformare il suo percorso in realtà.

La vittoria finale dipende da molti fattori, lo sappiamo. Ma l’Inter in campionato è padrona del proprio destino e, soprattutto, nella maggior parte delle gare tribolate è stata vittima di se stessa; errori singoli, scelte discutibili, sfortuna. Tutto questo ha portato l’Inter di Conte fin qui. Ora la parola d’ordine deve essere qualità: a centrocampo, dove c’è bisogno di nuove idee per supportare le due punte. Nelle scelte, perché Conte ha bisogno di far ritrovare il ritmo giusto a tutti gli uomini della rosa. E, infine, nella gestione: l’Inter è una squadra forte, più forte delle altre in campionato. Come si arriva fino in fondo? Solo Conte e i suoi ragazzi conoscono la risposta giusta. E’ questione di tempo per vedere se sapranno applicarla. A cominciare dal big match di mercoledì a Napoli. 

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