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Jonathan: "Pupi? Mi fido del mister. I tifosi, Thohir e con Alvarez io..."

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Sky

"Sto bene. Con il Livorno ho sentito solo un indolenzimento della gamba". Così Jonathan ha parlato oggi ai microfoni di Sky. Nulla di preoccupante, quindi, solo un affaticamento già smaltito. Ma è un po' 'preoccupato' per il ritorno di Zanetti? "Io devo lavorare di più, perché bisogna fare sacrifici: non voglio mollare, sono contento di quello che faccio in campo e in allenamento. Zanetti? Il capitano è un bravo ragazzo, sembra ancora un ragazzino. Ha fatto la storia qui, ma so che il mister è una persona giusta. Il capitano può giocare anche in mezzo al campo o a sinistra, può fare tanti ruoli. Certamente, quando sarà al 100%, il mister troverà il ruolo che sarà adatto a lui e funzionale per la squadra. Dovessi lasciargli il posto io, continuerei comunque a lavorare sodo per tornare titolare".

Sulla 'rinascita' di cui è stato protagonista con il lavoro di Walter Mazzarri, il difensore brasiliano spiega: "Un calciatore ha bisogno della fiducia e io devo stare tranquillo per fare bene. Il mister mi ha parlato, mi ha dato fiducia, mi ha detto 'Punto su di te, so che hai le qualità'. E io lo ringrazio per queste parole. Sono migliorato nella parte tattica, nella fase difensiva, ma la cosa più importante è la testa e ora sono più tranquillo. Tutti si fidano di me e sono più tranquillo. Ma devo ancora migliorare, sono attento a quello che lo staff dice in allenamento e so che devo stare meglio nel fisico per poter rendere 90 minuti, con più resistenza e ancora più tattica".

Sulla rincorsa per un posto in Champions l'esterno verdeoro non vuole sbilanciarsi: "Siamo sulla strada giusta per la rincorsa al terzo posto. Ora arrivano tre partite fondamentali per noi, la prima a Bologna e le altre due che giocheremo in casa. Per entrare stabilmente nelle prime tre del campionato mancano, come dice il mister nelle riunioni che facciamo, i dettagli. Difficile dire chi delle tre che sono davanti potrà essere scavalcata. Se devo dire cosa sembra più probabile è che il Napoli, che è la più vicina delle tre in classifica, possa essere raggiunta. Ma non dobbiamo guardare nè il Napoli nè le altre. Noi dobbiamo fare la corsa solo su noi stessi".

Dai fischi agli applausi, anche qui si racchiude l'avventura nerazzurra di Jonathan: "Poca pazienza? No, è normale, non era la prima volta e non sarà l'ultima. Nel calcio si cambia spesso opinione, l'importante è rimanere tranquilli. Adesso siamo abituati, ma non è facile all'inizio per chi arriva da lontano. Ne ho parlato anche con Alvarez di questo, ma entrambi sapevamo che avevamo delle qualità".

Sul suo percorso che lo ha portato ad arrivare all'Inter: "Ho iniziato a giocare a calcio vicino a Belo Horizonte, dove c'è il Cruzeiro. Ho giocato la prima partita da professionista a 18 anni. Poi sono stato al Santos 6 mesi e sono arrivato qui. All'inizio non è facile stare lontano dalla famiglia, la pressione dei tifosi non ti aiuta. Nel 2006 ho passato un anno difficile e a superarlo mi ha aiutato tutti quelli che erano intorno a me, la famiglia, la Società. Mi sarebbe piaciuto avere a 19 anni la testa che ho adesso, ma purtroppo non è possibile".

In chiusura si parla anche di Erick Thohir e della richiesta di esterni: "Quando arriva il momento di mercato, è normale guardarsi intorno. Io sono tranquillo, conosco la mia qualità e il Mister si fida di me. Il Presidente Moratti è sempre stato un grandissimo Presidente, viene sempre nello spogliatoio e saluta tutti. Sarà sempre con l'Inter. Attualmente non conosco ancora Thohir, immagino che quando arriverà, farà una riunione con tutti noi. Quello che farà sarà il bene per l'Inter e noi siamo curiosi di conoscerlo perchè si vede che è un uomo importante e ha tanti business. Viene qui per fare il bene dell'Inter e per costruire una squadra ancora più competitiva", le parole a Sky raccolte da inter.it


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