Julio Cesar fa mea culpa, ma il suo è un errore da re dei numero uno
Nel calcio la linea tra vittoria e sconfitta è molto sottile, soprattutto per chi difende i pali della porta di una squadra. Il ruolo del portiere è decisamente affascinante, ci vuole classe, lucidità mentale ed un po' di sana pazzia. Molti bambini lo fanno perché con i piedi non ci sanno fare, oppure quando giocavano in mezzo alla strada venivano scelti per ultimi e dovevano difendere, a discapito loro, il muretto delimitato da righe fatte con una bomboletta spray, del parchetto dietro casa; oppure c'è chi lo fa per vocazione, magari affascinato dalle gesta di grandi numero uno del passato, ammirati durante calde notti d'estate. Fatto sta che quando sei un numero uno il più delle volte sei solo; sei solo quando salvi la tua squadra da un gol già fatto, e sei terribilmente solo quando lo subisci, magari perché hai anche sbagliato un'uscita o una presa all'apparenza facile. Il ruolo del portiere è tutto questo; anche qui la linea tra eroe e condanna della squadra è sottile, ma nel caso del portiere l'errore è molto più marcato ed evidente. Se a sbagliare un gol è una punta, tale errore passa in secondo piano; "Peccato, ma posso segnare alla prossima occasione", è questo quello che l'attaccante pensa, ma se a sbagliare è il portiere il 99,9% delle volte il gol subito diviene realtà.
Appare molto difficile quindi raccontare un errore di Julio Cesar; il numero uno nerazzurro, da anni a questa parte, è uno dei top della scena mondiale, se non il numero uno assoluto. Un eccesso di sicurezza, unito ad un pizzico di sfortuna (se si rivede il gol della Roma, Julio voleva bloccare il pallone in due tempi ma un tocco involontario di Samuel ha dato a De Rossi la possibilità di appoggiare a porta vuota), ha fatto sì che la Roma ottenesse il primo vantaggio che ha spaccato la partita. "L'1-0 è tutta colpa mia, perché avevo la palla in mano e non so cosa è successo. Ho sbagliato, poco da dire", ha detto il brasiliano. Chiunque sarebbe andato poi in bambola, perché nel ruolo del portiere la forza di reazione conta molto; il nostro numero uno è stato bravo in più occasione, sulle conclusioni di Riise e nelle uscite in presa alta, senza farsi sopraffare dall'errore precedente. Forza mentale è il nome di questa qualità dei guardiani dei pali.
Nessuno deve perciò puntare il dito contro il portiere carioca; non dimentichiamoci che fu lui a tenere alte le speranze qualificazione lo scorso anno contro il Manchester United, dopo una gara da '10 in pagella' a S.Siro. Fu lui a salvare in più occasioni su Pato ed Inzaghi, nel secondo derby vinto lo scorso anno, o sul colpo di testa di Del Piero nella sfida vinta a S.Siro contro la Juventus, gara in cui intervenì in quella sola occasione, rivelandosi decisivo. Oppure nella gara di Milano con il Chelsea su Lampard, sicuro di aver messo dentro il 2-2, da posizione ravvicinata. Nel corso degli anni Julio ha mostrato la sua classe straordinaria, parando anche rigori che avrebbero potuto far perdere punti chiave all'Inter, tirando fuori la squadra da situazioni infuocate. Nulla da temere, Julio; i tifosi nerazzurri hanno accettato le tue scuse. Può capitare anche ai grandissimi come te, ma certamente le tue parate saranno decisive per questo rovente finale di stagione. L'Inter ha bisogno anche di te; i tifosi nerazzurri possono quindi appellarsi alla tua grande classe e alla forza mentale, la qualità forse che ti rende il migliore nel panorama mondiale.