Keita e Lautaro, nuovi inizi. Politano mondo a parte. E quanto cambia l'Inter senza Nainggolan
Il primo veniva da un periodo opaco, in cui le sue prestazioni erano state altalenanti e mai pienamente sufficienti. L’altro è ancora in cerca del suo posto nel mondo, che reclama a gran voce grazie al suo bagaglio tecnico infinito. Keita Balde e Lautaro Martinez sono i protagonisti indiscussi della vittoria contro il Frosinone, che issa l’Inter al secondo posto in classifica in attesa della partita del Napoli. Senza molti titolari l’Inter vince e convince, estromettendo il Frosinone dalla partita grazie a piccoli accorgimenti tattici che mettono la squadra di Spalletti nella condizione ottimale per gestire le forze in vista del tour de force che aspetta i nerazzurri nelle prossime due settimane: Tottenham, Roma e Juventus saranno esami fondamentali per capire la compattezza di un’ambiente che ieri sera batteva al ritmo di sessantatremila cuori in un San Siro pazzesco.
IL TORO E LA FRECCIA - Nel post-partita Keita ha ammesso di trovarsi meglio in un 4-3-3 puro, quello che l’Inter ha incominciato a utilizzare nei momenti in cui Nainggolan non è in campo per bilanciare il peso offensivo che l’assenza del belga toglie. Non è un caso che, così come il primo filotto di vittorie sia arrivato una volta sistemati i meccanismi del 4-2-3-1, questa vittoria convincente sia arrivata dopo due settimane di lavoro presumibilmente sul consolidamento del doppio modulo, dove giocatori come Joao Mario e lo stesso, a volte bistrattato, Gagliardini assumono un valore diverso rispetto alla dimensione che Spalletti ha dato al 4-2-3-1, dove Brozovic e Vecino sono gli indiscussi padroni delle maglie da titolari.
Chi invece sta mangiando il terreno è Lautaro Martinez: il numero 10 dell’Inter ha segnato il suo secondo gol in maglia nerazzurra, ancora una volta di testa e anche questo in casa. Piccole costanti che certificano lo stato dell’arte di un talento purissimo che si sta facendo strada a poco a poco nello scacchiere: a fine stagione capiremo quanto è importante avere fin subito un’alternativa per far rifiatare Icardi. Quanto è insolito vedere il capitano interista scendere in campo per una sorta di passerella finale, a risultato acquisito? Segni di maturità evidente, nel solco tracciato dalla scia di una freccia (Keita) e di un Toro in più.
POLI-MONDI - C’è un esterno che sta facendo la differenza in una maniera in cui nessuno poteva immaginare. Matteo Politano, come abbiamo scritto qualche settimana fa, si è preso l’Inter. Ha una padronanza del suo corpo, dei momenti della partita e dei tempi di gioco che sono impressionanti, coadiuvato da uno stato di forma che gli permette di essere pericoloso ogni qualvolta provi ad accentrarsi. Contro il Frosinone è stata una minaccia costante, in grado di creare dal nulla una situazione di 2 contro 1. È suo l’assist per il secondo gol di Keita: é solo la punta dell’iceberg, visto che in più di un’occasione va vicino al gol. È un moto costante, un giocatore perfetto per l’idea di calcio che ha Spalletti in questo momento. Ora manca solo il gol importante, di peso.
SENZA IL NINJA - L’abbiamo detto fin da subito. Quest’anno, l’ago della bilancia dell’Inter è Radja Nainggolan. Con lui la squadra può essere strutturata in un certo modo, senza la sua presenza in campo lo schieramento e i compiti vanno ridisegnati. Ecco allora farsi strada con insistenza il 4-3-3, provato anche ieri da Spalletti quando ha cambiato proprio Nainggolan per Joao Mario. È importante sottolineare quest’eclettismo da parte della squadra di Spalletti, perché sarà importante adattare le esigenze della squadra alle diverse realtà che Icardi e compagni dovranno affrontare nelle prossime settimane. Quante insidie attendono i nerazzurri a Wembley, all’Olimpico e all’Allianz Stadium. Settimane per uomini forti, senza tregua. Da affrontare con un gruppo capace di tirare fuori dal cilindro una prestazione importante, per dimenticare subito la sconfitta con l’Atalanta. E mandare l’ennesimo segnale alle altre in corsa per la Champions League: l’Inter quest’anno corre, e non vuole fermarsi.
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