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L'alternativa alla variante tattica: ecco perché Strama ora aspetta Chivu

di Fabio Costantino

Tra i tanti spunti offerti dalla partita di ieri, spicca anche la posizione tattica di Cambiasso. L’argentino, in fase di costruzione della manovra, è andato sovente a ricevere il pallone sulla linea dei difensori, in modo da far ripartire con intelligenza l’azione d’attacco. Al contempo, Guarin rimaneva sulla mediana come secondo punto di riferimento, con Sneijder che spesso e volentieri arretrava a centrocampo per dare una mano. Stramaccioni nel dopo gara lo ha spiegato, contro il pressing dei granata aveva bisogno di un giocatore che sapesse smistare con calma il pallone sin dall’inizio, per non doversi affidare solo al lancio lungo dalle retrovie. Cambiasso, duttile tatticamente, rappresentava la soluzione ideale in quest’ottica.

Variante tattica interessante, ma siccome la coperta è quella, tirando da una parte ci si scopre dall’altra. Ed è così che Milito, già di per sé piuttosto isolato, senza la presenza di Sneijder sulla trequarti granata ha patito ulteriormente la solitudine là davanti. Una soluzione che ha senso in determinate circostanze, ma che non può essere la prassi al fine di non dover rinunciare forzatamente a un uomo in zona d’attacco. Il non plus ultra sarebbe avere, tra i difensori, qualcuno che sa far girare il pallone e impostare. Servono piedi buoni e visione di gioco, insomma. E nella rosa nerazzurra esiste solo un elemento, tra i centrali, che ha queste caratteristiche: Cristian Chivu.

Non è una coincidenza se Stramaccioni ne abbia chiesto la conferma, alle condizioni del club ovviamente. Il romeno, che ha chiesto di essere utilizzato solo da centrale e non più da terzino, in quanto a tecnica ha poco da invidiare persino a centrocampisti e attaccanti. Ma da marcatore difetta dal punto di vista agonistico e atletico. Decisamente meglio, sotto questo aspetto, Ranocchia, Juan Jesus e Silvestre, mentre Samuel è un numero uno nel suo ruolo, ma l’età (e due crociati saltati alle spalle) non gli consente di essere impiegato con continuità. Si tratta di fare delle scelte, dunque, e in determinati incontri avere un centrale che sa impostare il gioco può essere utile, soprattutto contro avversari che pressano l’Inter nella sua metà campo e vogliono imporle il lancio lungo.

Chivu finora è stato costretto ai box dalla lussazione di un dito patita a Spalato nel preliminare di Europa League. Ora è nuovamente tornato in gruppo e potrebbe essere a disposizione di Stramaccioni già da domenica, al massimo mercoledì a Verona. Un’arma tattica in più per l’allenatore, che adesso dovrà prendere delle decisioni valutando le condizioni fisiche, gli impegni ravvicinati e il grado di affiatamento della coppia. Anche perché la storia del calcio insegna che i due centrali devono essere sempre gli stessi, per cementificare il loro grado di intesa. E, con la buona prova di Juan ieri, il carnet dei difensori disponibili è ancora più ricco. Nessun fenomeno, ma tanti buoni elementi tutti degni di partire dal 1° minuto in Serie A.

Adesso, con il tour de force che attende i nerazzurri, è probabile che Strama rinvii le primarie della difesa a periodi più tranquilli, utilizzando un po’ tutti per non ritrovarsi gente stanca in una fase così delicata. Ma se tatticamente vorrà impostare un’Inter che sin dalle retrovie costruisca il proprio gioco d’attacco, senza per questo privare il centrocampo del Cambiasso di turno, avrà bisogno della visione di gioco di Chivu, pur con la consapevolezza di dover rinunciare a qualcosa in termini di concretezza difensiva. Ma se lui e il club hanno deciso di offrirgli il rinnovo del contratto, a 31 anni compiuti e con tanti altri centrali in rosa, un motivo ci sarà.


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