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L'eredità di Pechino. Gasperini? Sa il fatto suo. Ma il vento non cambia

di Alessandro Cavasinni

CVD: come volevasi dimostrare. La Supercoppa cinese ha portato a galla tutto quello che era prevedibile portasse. Anche se una nota lieta c'è e va rintracciata nel primo tempo nerazzurro. Quarantacinque minuti fatti di aggressività in fase difensiva e lucidità in fase di inizio azione. Certo, è risaltata anche nella prima frazione una certa anemia in zona-gol, ma questa è una controindicazione che va messa in conto quando si hanno difficoltà di organico.

In fondo, al 'Bird's Nest' si sono incrociati due progetti di calcio diversi: uno già bello rodato, l'altro tutto da scoprire e costruire. Azzeriamo la pazienza, dunque, e non dimentichiamo che mancavano tanti pezzi importanti. Finché le forze sono state in equilibrio, l'Inter ha fatto una grandissima figura. Poi il calo fisiologico ha portato una squadra più pronta e quadrata ad avere la meglio.

Poi c'è il risvolto indiretto di mercato. Gasperini ha lasciato fuori, tra panchina e tribuna, i pezzi che andranno ceduti. Mariga, Muntari, Caldirola, Santon e Pandev: tutti non impiegati, con il chiaro messaggio di tecnico e società. Portarsi dietro l'ottimo Bianchetti e inserire Faraoni e Castaignos nel forcing finale è un monito chiarissimo a tutti loro. E poi c'è Wesley Sneijder, che ha chiarito ancora il suo peso specifico incredibile che ha su questa squadra.

A galla, si diceva, sono venuti però anche tutti quei timori della vigilia. Una vigilia fatta di refoli di mercato quantomai fastidiosi e spiate malandrine. Rizzoli ci ha messo pochissimo a calarsi nel clima italiano, nonostante si giocasse in Oriente. Pronti via, e Motta viene steso a turno dai vari Van Bommel, Boateng e - udite udite - Seedorf: nessun cartellino. Poi il 'fattaccio' di Gattuso e il pareggio ambiguo di Ibra. Mai la Cina fu così vicina all'Italia.

Questa Supercoppa, dunque, ci lascia in eredità un paio di buone notizie e altrettante negative. Gasperini ha capacità tattiche e nozioni di spogliatoio sufficienti per registrare l'Inter a suo piacimento. E' piaciuta tantissimo la gestione del pallone in mezzo al campo, con personalità, e l'aggressività nel 'prendere alti' gli avversari, senza farli respirare. Meno bene le ripresa e le solite 'congiunture astrali' della terna arbitrale. Ecco, ricominciamo a farci l'abitudine. Le vacanze sono già finite.

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