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L'Inter come nel secondo tempo? Dipende da Biabiany. O da gennaio

di Redazione FcInterNews.it

Inevitabile che l’uomo copertina dell’Inter che torna da Genova con un pareggio sia Ivan Perisic. Il croato, tra i più deludenti in questo avvio di stagione soprattutto per l’etichetta di giocatore chiave con cui è arrivato a Milano in estate, ha faticato a trovare continuità tecnica e soprattutto tattica, costretto ad agire spesso da trequartista nelle prime giornate di campionato. Eppure contro la Sampdoria, agendo soprattutto a sinistra da esterno offensivo, ha mostrato ottime cose, in particolare nella ripresa quando l’Inter ha spinto con maggiore efficacia. Che poi abbia trovato il gol in posizione quasi da centravanti (partendo da sinistra) è un dettaglio significativo del fatto che possa essere determinante anche in altre posizioni. Va sottolineato, tra l’altro, che il croato si è sacrificato al servizio della squadra, andando a coprire spesso dei buchi che i centrocampisti lasciavano e tamponando i velenosi contropiede dei blucerchiati. Una prestazione molto positiva sotto tutti i punti di vista, insomma, che lascia ben sperare in vista dei prossimi impegni nerazzurri.

Tornando al discorso prettamente tattico, Perisic ha confermato che da ala offensiva con licenza di accentrarsi può davvero fare la differenza. In un 4-3-3 o 4-2-3-1 il numero 44 è in grado di creare superiorità numerica e fornire ai compagni assistenze preziose, quanto basta per insistere su un modulo che lo veda agire largo e possa permettere ai nerazzurri di dare ossigeno alla manovra. Esattamente quanto accaduto ieri pomeriggio dopo l’ingresso di Jonathan Biabiany, quando Mancini ha proposto un 4-4-2 molto offensivo che grazie ai movimenti di Rey Manaj e Mauro Icardi e alla spinta di Perisic e, appunto, il francese, era un vero e proprio 4-2-3-1.

Che l’allenatore jesino abbia finalmente trovato la quadratura del cerchio? Presto per dirlo, anche perché per uno schema che privilegi gli esterni non basta il solo Perisic come Mancio ha confermato nel post-gara di Genova: "È andato tantissime volte a sinistra, lui ha le qualità per farlo e ha giocato benissimo anche partendo da mezzapunta. Sappiamo benissimo che Perisic è un esterno, ma finché non recuperiamo al 100% Jonathan Biabiany non abbiamo un altro che può giocare sulla fascia”. Messaggio chiarissimo, l’ago della bilancia è proprio il canterano che, purtroppo, oggi più di mezz’ora ad alto livello di intensità non riesce ancora a garantire. Bisognerà ancora attendere e nel mentre si continuerà a puntare su moduli noti, dal 4-3-1-2 al 4-3-3 con tutte le possibili varianti tattiche. In secondo luogo, la domanda principale da porsi è: sarà Biabiany l’altro esterno titolare dell’Inter una volta tornato al 100%? Possibile, ma non sarebbe sfrontato ipotizzare che a gennaio i nerazzurri tornino sul mercato per rinforzare il reparto con un altro giocatore di ruolo, possibilmente di alto profilo, visto che Adem Ljajic e Rodrigo Palacio hanno altre caratteristiche. Biabiany sarà molto utile una volta recuperato, soprattutto a partita in corso, ma se Mancio vorrà rafforzare l’identità tattica della squadra avrà bisogno di almeno un altro specialista di fascia che possa fare lo stesso lavoro di Perisic sulla corsia opposta dando così equilibrio alla manovra.

Un possibile nuovo innesto che, va ribadito, dipenderà dalle cessioni durante il mercato invernale e dall’eventuale tesoretto chi si potrà ottenere. Il presidente Erick Thohir ha ammesso di voler intervenire per sostituire i partenti mantenendo invariato il numero degli elementi in rosa. E chi arriverebbe non sarebbe certo di basso profilo, a prescindere dal ruolo.


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