L'Inter di Cou: "Zanetti è una leggenda, Cassano allegrone. Quando Julio..."
Si parte da Milano, si arriva ad Appiano: un viaggio in macchina durante il quale Philippe Coutinho racconta a Nagaja Beccalossi aneddoti e curiosità della sua avventura in nerazzurro e non solo per Drive Inter, programma di Inter Channel. "E' una strada che ho fatto tantissime volte, posso andare senza guardare ormai... La prima volta magari non lo sapevo, avevo 16 anni ed ero andato alla Pinetina con l'autista. A me sembrava difficile come strada, adesso non lo è più". Cosa lo ha colpito in primo luogo dell'Italia e dell'Inter, quando è arrivato da noi? "Dell'Inter che è una grandissima squadra. Quando sono venuti a parlare con me sembrava un sogno. Quando sono venuto qui ho trovato Adriano, Julio Cesar, Maicon, gente che vedevo solo in tv, era come un sogno. E poi in Brasile tutti vedono l'Inter e il calcio italiano. Ero un bambino a quell'epoca, ma ancora adesso sto vivendo un sogno".
L'apporto dei connazionali è stato fondamentale per Cou: "Quando sono arrivato non capivo niente, e poi sono timido. Parlare con loro era difficile per me, ma mi hanno aiutato tantissimo. Julio Cesar mi ha chiamato la prima volta che ero qui per pranzare con la sua famiglia, per me è stato importantissimo. I miei genitori sono venuti qui da subito, mio padre ha lasciato il lavoro in Brasile per seguirmi". Coutinho a soli 20 anni si appresta a sposarsi con Aine: "E' un passo importante, quando ero venuto qui lei era con me. Siamo fidanzati da quattro anni, lei mi aiuta sempre e viene sempre a vedere le partite. A dicembre ci sposeremo, stiamo preparando tutto. Ma chi è che te lo ha detto? Ah, Juan... Eh, ma Shrek per me è un fratello", aggiunge sorridendo.
Come Coutinho ha conquistato la sua fiamma? "Lei abitava vicino a casa mia a Rio de Janeiro, abbiamo la stessa compagnia. E poi quando ho visto che era innamorata... è stata passione a prima vista. Anche se non mi sono dichiarato subito. Poi, un giorno, dopo la festa di un amico, l'ho baciata per la prima volta". Fidanzata che lo ha seguito anche a Barcellona nel corso dell'avventura all'Espanyol: "Città bellissima, con le spiagge, quasi ricordava il Brasile. Dopo gli allenamenti tornavo a casa, vivevo di fronte al mare. Qui a Milano il calore me lo fanno sentire i tifosi allo stadio. Anche se ancora non mi riconoscono quando vado in giro, anche se a volte capita. Cosa mi dicono? Di vincere, sempre...".
Chi è che fa più casino nel gruppo interista? "Cassano, è facile... E' arrivato scherzando con tutti, questa è una cosa buona per la squadra. E' sempre felice, e questo è importante. C'è anche Jonathan che è molto amico mio e mi fa sempre ridere. Siamo sempre pronti a divertirci". Sul rapporto con Zanetti: "Per me è una leggenda, che ha fatto tantissime cose importanti nel calcio, è un professionista esemplare. E' il primo a entrare e l'ultimo ad uscire dalla Pinetina, se vogliamo vincere come lui dobbiamo essere come lui".
Coutinho ricorda il giorno in cui gli han parlato dell'Inter per la prima volta: "E' stato il giorno più bello della mia vita. Giocavo con le squadre giovanili e il mio sogno era giocare in prima squadra. Un momento difficile da spiegare, per quanto era bello. Chiaro che poi è stato difficile il salto, perché il calcio italiano è molto diverso. La cosa più differente? In Brasile hai molti più spazi, in Italia il campo sembra più piccolo. Poi qui rispettano tutti la tattica, in Brasile chi gioca davanti non rientra, questa è stata la mia difficoltà. Sto imparando molto, comunque: oggi il sacrificio è importante, tutti devono aiutare".
Inevitabile parlare di Andrea Stramaccioni: "Lui parla sempre con tutti, riesce sempre a motivare tantissimo. Da quando sono arrivato ha mostrato grande fiducia non solo in me ma in tutti. Questo è importante per noi giovani, perché con questa fiducia possiamo fare sempre del nostro meglio". Ricordi dell'esordio: "La notte non ho dormito per l'ansia, volevo giocare subito e far vedere cosa so fare, anche se era un'amichevole con Benitez. Per le partite ufficiali poi ero più tranquillo, ma quella notte pensavo a fare bene, a giocare, i match difficili mi rendono un po' nervoso anche adesso". Il compagno di stanza di Cou? "E' Jonathan, uno tranquillo, che dorme, perché più vecchio".
Coutinho dimostra notevoli progressi con la lingua italiana: "E' stato difficile e lo è tutt'ora perché non so ancora parlare bene, so le cose più facili. E poi quando sono arrivato qui sentire gli italiani parlare è stata dura, parlano molto veloci. Facevo lezioni in Brasile, però non capivo proprio niente perché erano solo due ore per due giorni, e quando sono arrivato qui non sapevo nulla. Anche se il professore mi ha comunque aiutato, quando sono arrivato qui almeno riuscivo a scrivere. Lo spagnolo? Niente di niente, avevo ancora in testa l'italiano. Però capivo i miei compagni".
Quali sono le passioni di Pippo? "La musica brasiliana, la metto sempre in macchina o quando vado allo stadio. Il ballo? Non sono abbastanza bravo. Ballo solo quando sono sotto la doccia, forse un po' il samba. Ma se ballo con Shrek (Juan Jesus) vinco io, sicuro, perché è più timido di me. Io e lui ci sentivamo per telefono, mi diceva come stava in Italia, io gli chiedevo se avesse bisogno di aiuto. Ora siamo sempre insieme". Coutinho ama gli spaghetti al pomodoro, che ha apprezzato da quando è arrivato in Italia. "Aine però cucina bene le cose brasiliane, è bravissima. Il piatto preferito? La feijolada". Infine, previsione sull'allenamento: "Oggi correremo tantissimo".