L'Inter di Mancini è nuda: analisi dei mali nerazzurri, reparto per reparto
La sconfitta di ieri contro l'Udinese ha messo a nudo, forse in maniera definitiva, i limiti dell'Inter attuale. Squadra che nemmeno col nuovo allenatore Roberto Mancini è riuscita ad ingranare ed ora annaspa in una situazione di classifica anonima per non dire allarmante. La Gazzetta dello Sport on line propone quella che è la sua analisi dei mali che affliggono la squadra nerazzurra, così come quelli che inchiodano l'altra squadra milanese, il Milan, guardando reparto per reparto. Cominciando dalla difesa, dove, si legge, "il cambio di modulo (e di atteggiamento) è stato per forza di cose traumatico. E in quattro partite Mancini, o meglio, Samir Handanovic ha sempre subìto gol. Quando c'era Mazzarri si diceva che il problema di Nemanja Vidic fosse la disabitudine a giocare a tre. Nella nuova era il serbo non ha toccato il campo, ma Ranocchia e Juan Jesus devono abituarsi a giocare a quattro. E più di loro i terzini Nagatomo e Dodò, in difficoltà contro l'Udinese".
A metà campo, invece, si nota la differenza col Manchester City che aveva tanti campioni sugli esterni e un jolly di qualità come Yaya Touré. Mancini "qui ha Gary Medel, fortemente voluto da Mazzarri, che ha giocato un gran Mondiale da difensore e al Cardiff, da centrocampista, è retrocesso. Perso Hernanes per infortunio, Mancini ha ripescato Guarin per avere più qualità. Ne ha ricavato un assist delizioso e 35 palle perse con l'Udinese. Mateo Kovacic, spostato da interno ad esterno sinistro e poi a trequartista, non ha reso in nessuna posizione: chiede tempo, ma quel "10" sulle spalle gli dà soprattutto responsabilità. Infine, le ali non esistono: per un allenatore che vuole giocare con il 4-2-3-1 diventa fondamentale il mercato. Ma chi arriva?".
L'attacco, infine, è il reparto che dovrebbe avere meno problemi, ma anche qui la crisi in qualche modo si fa sentire: "Con Mancini la squadra crea di più. In attesa che impari più ruoli come chiede Mancini, Mauro Icardi è semplicemente un terminator: se gli dai la palla, fa gol quasi sempre. Del resto ha 8 reti ed è vicecapocannoniere del campionato. Osvaldo non è continuo, ma i colpi li ha e non si può dire che finora abbia deluso: 5 gol giocando quasi solo spezzoni non sono pochi. Il problema, semmai, è Rodrigo Palacio: 1010 minuti in campo, zero gol. Otto gare da titolare nelle ultime 8, sostituito appena due volte: eppure sembra che abbia il fiatone. E quell'assist a Thereau suggerisce che non è esattamente lucido".