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L'ultimo nove: anatomia di Icardi. Berti: "Per capirlo, vedetelo allo stadio"

di Christian Liotta

Un gol ogni 19 palloni toccati: un dato davvero impressionante, che la dice lunga sulla pericolosità da campione consumato in zona gol nonostante abbia ancora 21 anni. E se Juan Roman Riquelme, bandiera del Boca Juniors, è stato ribattezzato l’ultimo 10, potrebbero esserci i presupposti perché Mauro Icardi, attaccante argentino dell’Inter, possa diventare ‘l’ultimo numero 9’. Il magazine francese So Foot Junior dedica un ampio reportage, firmato da Markus Kaufmann, all’attaccante di Rosario, giovane stella dell’Inter di Walter Mazzarri, attraverso anche le testimonianze e le analisi di persone a lui vicine e di grandi nomi dell’ambiente nerazzurro. Come Nicola Berti, che a proposito di Maurito dice: “E’ un giocatore in grado di risolvere le situazioni, non ha bisogno che ci sia un grande gioco collettivo alle sue spalle per trovare la via del gol. Come Gabriel Omar Batistuta, è capace di sorprendere i difensori. Li punisce lì dove meno se lo aspettano”.

Il magazine ripercorre la storia calcistica di Icardi, le cui origini italiane partono da Carmagnola, paesino del Piemonte da dove i suoi avi partirono alla volta dell’Argentina. Mauro è il maggiore di tre fratelli, nato e cresciuto col pallone tra i piedi. Figlio di Juan, che fino a 16 anni, racconta lui stesso, giocava da difensore “poi ho dovuto lasciare il calcio per iniziare a lavorare dopo la morte di mio padre”, inizia la sua carriera da piccolissimo, entrando nel Club Infantil Sarratea. Nella prima stagione segna 58 reti, nella seconda arriva addirittura a 108. Dice ridendo papà Juan che la sua passione per il calcio ha dei risvolti particolari a livello di tifo: “Tutti in famiglia tifiamo Rosario Central, tranne Mauro che tifa per il Newell’s. E’ stato il suo amico Juanchi a trasformarlo, forse è un bene che avesse un difetto”.

Dopo la crisi del 2001 che ha messo in ginocchio l’Argentina, Icardi decide di partire alla volta dell’Europa. La sua formazione calcistica si svolge prima in Spagna, tra Vecindario e Barcellona, e Italia, dove è la Sampdoria ad accoglierlo dopo che nelle selezioni giovanili blaugrana aveva segnato 38 reti tra il 2008 e il 2010, senza che però né Pep Guardiola prima né Luis Enrique poi lo considerino per il Barça B, la formazione che milita nei campionati pro iberici. Spiega Abian Morano, il suo agente da quando aveva 12 anni: “Per noi era chiaro che il sistema di gioco del Barça non prevedeva il nove puro come lo è Mauro. Continuare alla Masia non avrebbe fatto altro che ritardare la sua crescita”. Alla fine, Pep Guardiola approva la sua cessione ai blucerchiati per 400mila euro. E anche al Doria, Icardi si fa notare per l’incredibile produttività: 23 reti in 31 match. Per Delio Rossi, suo allenatore a Genova, Icardi ha “una tecnica argentina con alle spalle una mentalità europea. C’è tantissimo lavoro dietro l’apparenza di un bomber naturale”.

Dopo 10 gol in Serie A con la Samp, ecco l’Inter: con rete al debutto a San Siro contro la Juventus dopo cinque minuti dal suo ingresso in campo, poi un rendimento altalenante dovuto ai guai fisici fino alla stupenda ultima parte di stagione. Per Nicola Berti il dono di goleador resta qualcosa di innato: “Icardi è unico, un attaccante puro come non se ne fanno più. E’ un giocatore in grado di fare la differenza per i suoi movimenti e il suo modo di leggere il gioco, non solo per la tecnica. Bisogna vederlo allo stadio per capire il suo modo di attaccare l’area di rigore e i difensori avversari”. Inter nella quale ottiene subito il numero nove, quello dell’attaccante vero; e a questo proposito, Morano rivela un retroscena interessante: “Mauro non aveva ancora 20 anni. Quando gli abbiamo presentato l’offerta dell’Inter, lui ha iniziato a dire che non avrebbe mai firmato se non avesse avuto la garanzia di indossare la maglia numero nove”.

Icardi si fa notare anche per la capacità quasi innata di attirare le luci su di sé, anche per fatti non sportivi come la relazione con Wanda Nara. Di recente Diego Armando Maradona gli ha rivolto accuse pesanti, sostenendo che non avrebbe dovuto giocare la partita in onore di Papa Francesco. Il padre lo difende a spada tratta: “Mauro non ha reagito, Maradona può dire ciò che vuole ma non risponderà mai. Lui è felice nel suo mondo, non presta attenzione a queste cose”. E sempre Juan Icardi candida il figlio per la Nazionale di Gerardo Martino: “Mauro non ha paura di nulla, ed è esattamente quello di cui ha bisogno l’Albiceleste oggi”. Questo è Mauro Icardi, l’ultimo numero nove.

 


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