La barba di Livaja, il segnale di Moratti, l'altro folletto e il solito dubbio...
Serata di Primavera a San Siro, nonostante un clima decisamente invernale. Pasa, Benassi, Romanò, Garritano e Bandini (ma anche Di Gennaro, Belloni, Terrani e Donkor, rimasti in panca), gentilmente offerti da Bernazzani, arricchiscono di interesse Inter-Neftchi, che di per sé offriva ben pochi spunti. Vedere all’opera in un contesto internazionale diverso dalla NextGen tanti ragazzi under 20 è una ragione sufficiente per dedicare al match un paio di ore del proprio tempo. Un’opportunità per loro di mettersi in evidenza, per il tifoso di prendere nota. E pazienza per il pareggio finale: vale solo per le fredde statistiche.
POCA GENTE, POCA PRESSIONE - Poca gente sugli spalti, il video messaggio con Diego Milito non ha evidentemente fatto breccia nel cuore dei tifosi, consapevoli dell’inutilità di questa partita e intimoriti dal clima decisamente meno amichevole del confronto. Meglio raccogliere le energie per domenica sera, avranno pensato quasi tutti gli abbonati che avevano diritto ad assistere gratuitamente a Inter-Neftchi. Comprensibile, anche se una partecipazione più nutrita avrebbe mandato un segnale forte ai giocatori, compresi quelli rimasti fuori per ovvia necessità di turn over. Peccato, il lato positivo però può essere colto nell’assenza di pressione sui ragazzi della Primavera, che di fronte a un pubblico più numeroso forse avrebbero patito più, a livello emotivo, la ‘chiamata alle armi’. Complessivamente, tutti promossi. Anzi, rimandati: non a settembre ma alla prossima occasione.
IL MESSAGGIO DI MORATTI - Per ora è un sogno, in corso il progetto però c’è: contro il Neftchi l’Inter si è presentata in campo con un’età media di 23 anni. Ed escludendo i veterani Samuel (34) e Cambiasso (32), la media si abbassa a 20,5. Il tutto, con 5 under 20 e un ventenne (Coutinho). Il sogno di Moratti è che questa media non sia figlia di una serata dal clima amichevole e obiettivamente inutile, ma che diventi una costante della squadra che verrà. Ma per riuscirvi non possono essere sufficienti giovani di belle speranze, ma giocatori subito pronti per palcoscenici prestigiosi. Maturi, insomma. Nell’attesa, Moratti lancia un bel segnale e si presenta in tribuna quando avrebbe potuto fare tutt’altro per trascorrere la serata. Ma altrove forse i suoi pensieri sarebbero andati all’olandese che gli procura grattacapi…
RASATURA DELLE GRANDI OCCASIONI - Quasi si aspettasse più di un’inquadratura particolare, Marko Livaja tra il mercoledì e il giovedì trascorre qualche minuto più in toilette e si rade come si deve. Guai a presentarsi all’appuntamento con la prima doppietta europea (terzo gol al malcapitato Neftchi, con tripletta negata dalla terna arbitrale bosniaca) in disordine. Poi, pur portando fortuna a gente come Pirlo e Vucinic, la barba incolta non si addice a un 19enne, che motivo avrebbe di sminuire il proprio exploit da bambino atteggiandosi da adulto? Poche e risicate battute in conferenza pre-partita, voce grossa nell’area di rigore alla prima occasione giusta. Come piace a Stramaccioni, poche parole, molti fatti. La strada giusta per prenotare un altro undici titolare in Europa, anche quando conta. Chissà...
A COSA SERVONO? - Spiace dirlo, soprattutto per il valore dell'impegno, ma anche stavolta l'arbitraggio non ha sorriso a Stramaccioni e co., giusto per usare un eufemismo. Il bosniaco Emir Aleckovic magari è solo incappato, con i suoi colleghi, in una serata storta, altrimenti bisognerebbe dar vita a una class action affinché non diriga mai partite davvero importanti. Il mancato successo dell'Inter porta soprattutto la sua firma: gol non assegnato a Livaja e rigore solare negato a Cassano. Il tutto sotto gli occhi suoi e del giudice di linea Valjic. La direzione di questa partita rafforza una delle grandi perplessità del calcio di oggi: a che servono due arbitri in più se riescono a farsi sfuggire anche l'evidenza? Al di là del penalty, inspiegabilmente ignorato, è il gol fantasma del croato che non ammette giustificazioni: una persona è pagata lautamente per osservare attentamente questo genere di episodi, tanto vale che se ne resti a casa. Ma la tecnologia non costerebbe meno di due gettoni di presenza a partita?
IL FOLLETTO DI BARI VECCHIA - Con Sneijder destinato a rimanere out anche contro il Napoli (impossibile non percepire la sua ombra), Stramaccioni sfrutta la vetrina europea per fare un bilancio del tasso creativo della propria squadra. Entrambi i candidati a ereditare il ruolo dell’olandese si sono visti in campo contro il Neftchi. Ma se Coutinho non ha impressionato più di tanto, a Cassano è bastato un tempo per acuire il rammarico della sua recente squalifica. Tocchi vellutati, assist, tante idee che gli frullano in testa. Esattamente quello che all’Inter di Parma e contro il Palermo è mancato. Domenica prossima Fantantonio tornerà protagonista e si riprenderà l’Inter come si deve. Non è una speranza, ma una necessità: archiviato (momentaneamente?) Sneijder, il timone del veliero nerazzurro passa ufficialmente a lui. Perché i folletti non nascono solo a Utrecht…