La concretezza si veste di nerazzurro: triplo Thuram nella legge del tris, con qualche affanno arretrato
La concretezza che si veste di nerazzurro per trovare continuità. L'Inter è automatismo psichico, un mosaico delle sicurezze che s'incatenano anche quando le cose sembrano andar male. Una costruzione energica di gioco offensivo, ed entusiasmo. È sempre bello esplorare l'espressione spontanea dei propri sogni e desideri. I nerazzurri iniziano la sfida contro il Torino attaccando e cercando la costruzione verticale. E' tempo di tracciare il profilo del futuro, che poi, in fin dei conti, s'intreccia e si allaccia con quello del presente. Un ritratto emerso nella qualità del centrocampo, del lavoro di Calhanoglu nelle due fasi di gioco, nella bravura di Sommer a respingere il fendente di Ricci, nella traccia mancina di Dimarco che mette cross senza soluzione di continuità. Il binario sinistro è il prediletto, come quando Bastoni prepara il traversone arcuato per lo stacco implacabile di Thuram. Tutte identità racchiuse nella diversificazione degli elementi del collettivo in base alla funzione che hanno o al compito che devono svolgere. L'ingenuità di Maripan agevola i piani del Biscione, ma i nerazzurri corrono con un climax ascendente, quasi collegando le connessioni del campo su quelle extra-campo.
LA FASCIA SINISTRA E IL COMUNE DENOMINATORE. L'espulsione granata muta l'inerzia dell'incontro. Anzi, non si può parlare di mutazione, ma di cambiamento naturale e fisiologico. Perché se c'è un uomo in più, il Biscione naviga nella tranquillità, in quella quiete costantemente proiettata sulla verticalità. Ci sono alcuni parametri prestabiliti, che equivalgono alla tattica, poi delle operazioni collegate per la buona riuscita delle singole situazioni. Gli eventi vanno cambiati e non aspettati: l'interazione tra ogni reparto è strettamente collegata. E il risultato finale consiste nella prestazione, dettata dalle interazioni analitiche tra i singoli e il gruppo. La fascia sinistra ha legiferato questo andamento: prima Bastoni, poi Acerbi. La naturale conseguenza è il comune denominatore: il colpo di testa vincente di Thuram. Quando le esecuzioni sembrano infallibili, ecco che Duvan Zapata prova a riaprire la contesa, inserendosi, come sa fare alla grande, tra le maglie difensive nerazzurre.
RIPRESA DI AZIONE E REAZIONE. Lautaro va vicino al gol in mischia e con il colpo di testa, la scarica elettrica di Calhanoglu quasi fa tremare la porta avversaria, finendo alta di poco. Il movimento del pallone in casa interista non è così rapido e allora il posizionamento difensivo dei granata non diventa complicato. Zapata tiene il baricentro elevato, tutto il peso dell'attacco granata è sul colombiano. Ancora su un cross da sinistra arriva la tripletta di Marcus Thuram, che fa urlare San Siro ribadendo in rete un pallone sporco dopo l'intervento non perfetto di Milinkovic-Savic. I nerazzurri controllano il gioco cercando anche di aumentare il vantaggio, ma le incursioni estemporanee dei granata permettono agli ospiti di guadagnare il rigore, che Vlasic trasforma, riaprendo la contesa. Qualche sbandata difensiva, dovuta all'attenzione, continua a esserci. Un po' di calo fisico e di concentrazione, negli istanti finali il Toro ci crede alzando il baricentro per un tutto per tutto. Triplo Thuram, secondo tris interista. Con due gol incassati.