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La migliore punizione per Balotelli? Rimandarlo subito in campo

di Fabio Costantino

Nel bene e nel male, è sempre lui il protagonista. Mario Balotelli non riesce proprio a star lontano dalle polemiche, anche se, potendo decidere, ne farebbe volentieri a meno. A Kazan SuperMario ha sbagliato, inutile nascondersi. Dopo la prima ammonizione, l’avvertimento dell’arbitro Hauge e gli inviti alla calma da parte dei compagni, il giovane nerazzurro avrebbe dovuto a tutti i costi evitare quell’intervento duro su Noboa, totalmente inutile e gratuito. Invece non ha saputo trattenere il proprio carattere impetuoso, che anche sul terreno di gioco si manifesta in modo palese e spropositato, soprattutto quando stuzzicato a dovere. Basti pensare alla reazione nei confronti della curva di tifosi della Roma in occasione del 3-3 contro i giallorossi della scorsa stagione, o la recente espulsione a giugno durante gli Europei under 21 contro la Svezia. O, ancora, al fatto che nella sua carriera interista ha totalizzato 17 cartellini gialli, stesso numero di gol messi a segno. Il tutto, condito da atteggiamenti in campo che lo hanno reso inviso alla maggior parte dei suoi avversari.

Balotelli sempre al centro dell’attenzione, dunque, anche quando è vittima dei fischi di matrice razzista, o semplicemente originati dalla paura che il suo talento genera nei confronti dell’avversario. Oggi SuperMario non è vittima, ma carnefice, in un’alternanza di ruoli che metterebbe alla prova la tenuta psichica di chiunque, figuriamoci di un 19enne dal carattere ombroso e bellicoso al tempo stesso. Mourinho lo ha rimproverato pesantemente, anche davanti alle telecamere si è detto rassegnato sul fatto che non cambierà mai. Ma stavolta potrebbe rinunciare a punirlo come fatto lo scorso gennaio: l’attacco dell’Inter, infatti, ha bisogno di Balotelli oggi più che mai, dal momento che Milito non è al massimo della condizione, Suazo è out e Arnautovic non ha ancora i 90 minuti nelle gambe. Eto’o da solo non può fare pentole e coperchi, inoltre l’azzurrino ha dimostrato, al di là della scellerata espulsione rimediata in Champions League, di essere in buone condizioni.

Pare scontato, dunque, andare oltre e guardare avanti, pensando al bene dell’Inter. Mario ha messo a rischio la qualificazione (come sostenuto dall’allenatore), ora è giusto che gli venga data la possibilità di riscattarsi sul campo, dimostrando di aver metabolizzato l’ennesima lezione di vita. La miglior punizione che gli si può imporre è infatti l’obbligo di dimostrare di meritare questa maglia, la Serie A, i palcoscenici più prestigiosi. Essere un predestinato non significa che tutto venga regalato dal destino, bisogna guadagnarsi il frutto del proprio talento. È così che si diventa campioni, ma anche persone capaci di vivere in questo mondo. Magari Mourinho si sbaglia, con il tempo Balotelli imparerà a stare sul campo senza esagerare in certi atteggiamenti, dando e guadagnando al tempo stesso rispetto. C’è riuscito Antonio Cassano (anche lui rassegnato all’etichetta delle cassanate), capace di fare anche di peggio, nulla impedisce a SuperMario di fare altrettanto, guadagnandosi i complimenti per il suo talento (inopinabile) e per i suoi comportamenti.


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