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La rivoluzione di Marotta: da Suning carta bianca, Inter in cima in 10 mesi. Da Conte ai 'ribelli': le mosse vincenti

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

La rivoluzione di Beppe Marotta. Se l'Inter si trova in vetta alla Serie A e ha appena dato una dimostrazione di forza anche al Camp Nou, molto lo si deve al lavoro dell'a.d. sport nerazzurro, capace in circa 10 mesi di resettare il mondo Inter e plasmarlo secondo le sue idee. Lo spiega oggi il Corriere dello Sport, a due giorni dalla grande sfida alla Juventus. "Da Suning ha avuto carta bianca o quasi: l’ad Antonello è rimasto alla guida della parte corporate e si occupa dello stadio, dei ricavi e della parte finanziaria, mentre l’area sportiva è di competenza di Marotta - sottolinea il quotidiano di Roma -. Il rapporto di fiducia creato con la proprietà cinese gli ha permesso di indirizzare la scelta del nuovo tecnico, una figura che riteneva centrale per iniziare la nuova stagione in un certo modo. Ecco perché ha esonerato Spalletti, legato all’Inter da un contratto da oltre 5 milioni a stagione fino al 2021, e ha puntato su Conte. Sapeva che per arrivare all’ex ct era necessario uno sforzo economico monstre (in totale 34 milioni netti più bonus nel triennio 2019-22), ma siccome conosce il suo valore e il suo modo di lavorare, ha accettato di acquistare un giocatore in meno pur di averlo. «Il nostro top player è lui» ha detto l'ad. I risultati gli stanno dando ragione".

Cambiamenti che hanno coinvolto anche la dirigenza, con l'innesto di Lele Oriali, fedelissimo proprio di Conte, e il consolidamento di Piero Ausilio, proprio quando in molti ne preannunciavano l'uscita. "Con lui Marotta ha creato un feeling importante e sul mercato i due hanno lavorato in simbiosi tanto che il ds rinnoverà a breve il contratto fino al 2022. L’accordo sulla volontà delle parti di proseguire insieme c’è da mesi e magari prima dell’assemblea degli azionisti di fine mese arriverà anche l’annuncio del matrimonio", conferma il Corsport.

E poi il lato squadra: via i ribelli e tutti coloro ritenuti non adeguati al nuovo progetto tecnico-tattico. Cardini come Icardi, Nainggolan e Perisic hanno fatto le valigie, lasciando spazio a profili magari meno reclamizzati ma più funzionali. "La scelta è stata quella di cederli a condizioni vantaggiose per chi li prendeva (prestito con diritto di riscatto) pur di risolvere il problema e di “bonificare” lo spogliatoio - sottolinea il CdS -. Il resto lo hanno fatto gli acquisti: su Lukaku, aiutato da Conte, ha convinto la proprietà a fare un grande investimento, ma anche le altre operazioni (resta "in sospeso" Lazaro) si sono rivelate giuste".

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