La scommessa Balotelli: ieri Mourinho l'ha vinta, adesso tocca a Lippi
Una serata magica, come quel 29 ottobre quando in soli 45' devastò da solo la difesa del Palermo. SuperMario è tornato, proprio quando se ne sentiva più il bisogno, proprio quando in palio c'era una grandissima fetta di stagione nerazzurra. Contro il Rubin Kazan non solo si è ripreso la maglia da titolare, quando solo fino a una settimana fa sembrava un pallido miraggio, ma ha guidato l'Inter a una vittoria preziosa, speciale, di quelle che possono cambiare il percorso della squadra da qui fino a giugno prossimo. E chissà se proprio in quel mese Balotelli non possa vivere una nuova, folle esperienza. Andando per gradi, il solo fatto di vederlo titolare avrà scosso la maggior parte degli interessati, di parte o semplici spettatori. Nulla lasciava intravedere una simile decisione da parte di Mourinho, ma si sa, lo Special One ama i colpi teatrali e, soprattutto, ama sfidare la sorte.
Lo ha messo in punizione a lungo e lo ha graziato al momento giusto, ottenendo così la reazione positiva che voleva. Difficile riassumere in poche parole i fiumi di discorsi che Mou ha dedicato al giovane attaccante da quando siede sulla panchina dell'Inter. E, a onor del vero, la maggior parte di essi non somiglia affatto a un complimento. Anche ieri il tecnico ha trovato il modo di sgridare quello che sta diventando una sorta di figlioccio: "Hai i crampi perché ti alleni poco. Copriti adesso", gli ha detto nel momento della forzata sostituzione, come un padre avrebbe fatto nei confronti del figlio. Però lp'uomo di Setubal non ha di certo ignorato le magie con le quali Balotelli ha trascinato l'Inter alla vittoria scaccia fantasmi contro il Rubin Kazan: un colpo di tacco geniale per la rete di Eto'o, una punizione bomba per chiudere i conti. Due grandi giocate che hanno spinto lo stesso Moratti a sponsorizzare la candidatura di SuperMario per i prossimi Mondiali, con la maglia azzurra però. Il Ghana continua a pressare, ma sarebbe assurdo lasciarsi sfuggire un giocatore come lui, che finalmente ha scurato le polemiche sul razzismo e sul suo atteggiamento con una partita da fenomeno.
Oggi le prime pagine sono tutte per il ragazzo cresciuto a Brescia, ma stavolta se l'è guadagnate sul campo, giocando da campione. Peccato che ogni tanto si lasci andare al puro narcisismo e abbandoni le regole non scritte del gioco di squadra, ma glielo si può concedere. Se fosse perfetto, nessuno starebbe ancora invocandone la convocazione in Nazionale, perché lui ne farebbe già parte. La speranza è che Lippi ieri sera abbia visto la partita di San Siro e si sia reso conto che l'imprevedibilità e il talento di Balotelli possono far caso alla spedizione azzurra in Sudafrica. In effetti ci manca la creatività che un Cassano avrebbe potuto dare, e con il barese ormai out non sarebbe una sciocchezza fidarsi di SuperMario. E' un rischio, ma tutte le scommesse più importanti lo sono. E se Lippi la vincesse come ieri sera ha fatto Mourinho?