La sensibilità dell'Inter nel post-partita (ab)batte Juve e ascolti televisivi
La prestazione eroica di ieri sera dei dieci di Spalletti non è bastata per evitare la sconfitta all'Inter, che rischia di veder allontanarsi il traguardo Champions League sempre più. Ma, un po' come scrive Brozovic su Instagram, i nerazzurri in qualche modo hanno vinto. I meriti sul campo se li sono guadagnati sudando e correndo per 70 minuti in inferiorità numerica a causa di un'espulsione che farà discutere ancora per molto tempo, e un mancato riequilibrio degli effettivi in campo dopo l'eccessiva benevolenza di Orsato nel risparmiare a Pjanic il secondo giallo in almeno due occasioni, e Barzagli in un fallo simile a quello fischiato a Vecino poco tempo prima.
I nerazzurri però escono vincitori indiscussi dal terzo tempo, quello che si consuma a bocce ferme: la società meneghina sceglie di mandare davanti alle telecamere i soli Steven Zhang, numero due assoluto del club (Thohir può essere considerato un numero immaginario), e Luciano Spalletti. Una decisione presa con grande lucidità e consapevolezza del materiale umano di cui dispone. Il rischio di proporre un 'Gianluigi Buffon bis' del dopo Madrid era obiettivamente alto. Se già il campo aveva mostrato non poco nervosismo, strettamente legato alle discusse decisioni arbitrali, i giocatori dell'Inter, professionisti a tutti gli effetti come è solito ricordare il tecnico di Certaldo, ma pur sempre esseri umani, come d'altronde l'estremo difensore bianconero, sarebbero potuti cadere in provocazioni o dichiarazioni poco carine e poco consoni allo stile della Beneamata.
L'Inter ha scelto di far parlare coloro i quali avrebbero retto bene l'impatto mediatico e saputo gestire la tensione (da registrare comunque una polemica tra Spalletti e i cronisti della Rai), per evitare di essere protagonisti di squallidi teatrini televisivi dovuti dallo sconforto di quanto visto sul rettangolo verde. A differenza di quanto accaduto al Bernabeu, quando gli ascolti delle emittenti, Premium Sport in particolare, hanno beneficiato di una sceneggiata incontrastata del capitano bianconero, accompagnato da boati e applausi del pubblico, bocciata poi da grandi ex della Vecchia Signora come Alessandro Del Piero e da gran parte dell'opinione pubblica che si interessa di sport. Le incommentabili dichiarazioni di Buffon, che si è momentaneamente innalzato a paladino della moralità senza apparenti meriti, visti i suoi trascorsi e le sue dichiarazioni in merito al gol non assegnato a Muntari in quel famoso Milan-Juve (per citare un esempio), sono proprio quanto il club nerazzurro, e i suoi giocatori nell'accettare e condividere la decisione, hanno voluto non emulare, nonostante l'eventuale exploit verbale avrebbe trovato più comprensione, come dimostrato poi dai commenti degli addetti ai lavori e non sui vari social e quotidiani nazionali.
I tre punti se li è intascati la Juventus, lanciata verso il settimo scudetto consecutivo, dopo una partita surreale ed emozionante, colma di colpi di scena non tutti positivi. Ma la Beneamata esce vittoriosa dal campo, e dalla serata tutta, dimostrando di riconoscere la pericolosità della propria sensibilità ferita prima di andare a criticare quella degli altri. Tutto fa show, tutto fa ascolti. Tutto, tranne l'Inter.
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