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Lacrime di leader: nella sera più buia, Icardi si legittima capitano

di Redazione FcInterNews.it

L'ultima immagine che resta di lui dopo una partita del genere, è il viso segnato dalle lacrime per un finale di partita che lo ha visto seduto in panchina a guardare la Juventus che ribaltava il 2-1 per l'Inter e portava a casa i 3 punti, infrangendo (forse) i sogni Champions nerazzurri. Mauro Icardi ieri è stato encomiabile, ha guidato la sua squadra da vero leader, da capitano. In un contesto complicato da una direzione arbitrale iniqua, che lo ha visto spesso protestare contro Daniele Orsato in virtù della fascia al braccio, dopo un primo tempo anonimo e in affannosa rincorsa dell'avversario con l'uomo in più, l'argentino ha aumentato il livello della propria prestazione nella ripresa.

L'Inter del secondo tempo ha letteralmente messo alle corde la Juventus che, pur in superiorità numerica, non riusciva a frenare le percussioni dei nerazzurri e pativa in modo imbarazzante un enorme divario dal punto di vista agonistico e a tratti tecnico-tattico. A guidare l'offensiva dei padroni di casa, che ha visto protagonisti un po' tutti, soprattutto il numero 9 che ha combattuto contro Andrea Barzagli e Daniele Rugani, ha pressato Gigi Buffon, ha corso e chiesto ai compagni di fare altrettanto dando l'esempio. Poi, il colpo di testa vincente, l'ottavo centro in 11 gare contro la Juventus, su cross pennellato di Joao Cancelo. Stacco imperioso su Rugani che non ha lasciato scampo a Buffon e ha rianimato il catino del Meazza, che poco dopo è esploso in un tonante boato quando proprio per anticipare Maurito il bianconero Barzagli ha messo nella propria rete un cross basso di Ivan Perisic. In quel preciso momento l'Inter ha raggiunto l'apice, mostrando quanto possa contare la forza di volontà e la voglia di vincere anche con un uomo in meno e di fronte a palesi ingiustizie arbitrali.

A Icardi è bastato un solo tiro in porta per firmare il 27esimo gol in campionato e, nonostante i soli 14 possessi gestiti (ma c'è l'attenuante dell'isolamento post-espulsione), non ha fatto mancare un enorme contributo di leadership che lo ha portato alla standing ovation al momento della sostituzione. Un episodio, questo, che ha involontariamente cambiato il destino di Inter-Juventus, perché non era il capitano a dover uscire bensì Perisic, che nelle intenzioni di Luciano Spalletti avrebbe dovuto lasciare il suo posto a Davide Santon. Il capitano però ha chiesto che il croato rimanesse in campo, perché poteva ancora dare un importante contributo di corsa, e non vedendo altri candidati nei paraggi ha accettato lui stesso di abbandonare il rettangolo di gioco, sedendosi in panchina. Dove ha assistito, rassegnato, alla rimonta juventina senza poter più far nulla. Mai come in una serata del genere, Maurito ha confermato di essere un degno capitano per l'Inter e tutto il pubblico nerazzurro, anche quello più scettico, lo ha capito.

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