Lazio capolista a +4 sull'Inter: ecco cosa differenzia le due squadre
Ventidue punti nelle ultime 8 giornate di campionato rendono il primato della Lazio indiscutibilmente meritato. La squadra di Reja, dopo la sconfitta all’esordio contro la Sampdoria, ha inanellato una serie di risultati utili che solo contro il Milan all’Olimpico non sono stati vittoria. Inoltre, pesano i quattro successi esterni consecutivi, a conferma della solidità della squadra capitolina. Anche l’Inter, all’inizio dello scorso campionato, aveva totalizzato 22 punti, ma i 4 che la Lazio vanta oggi sui nerazzurri, secondi, rappresentano un record nei tornei post-Calciopoli. La differenza, oltre alle due vittorie in più (a cui fanno da contraltare due pareggi di troppo dell’Inter), la sta facendo il collettivo biancoceleste. Basti pensare che dei 13 gol messi a segno finora ben 8 portano firme differenti, in totale contrapposizione con l’andamento offensivo della squadra di Benitez, a segno solo con quattro giocatori diversi (11 reti complessive, 7 di Eto’o).
E’ proprio il gioco offensivo, o meglio la puntualità sotto porta che sta facendo la differenza tra Lazio e Inter. Probabilmente il gioco di Benitez crea più opportunità da gol, ma è quello di Reja che porta più giocatori davanti al portiere avversario e, soprattutto, ottiene da loro una percentuale di realizzazione migliore (si veda la prodezza di Dias a Palermo). Cinismo allo stato puro, insomma: così si vince in trasferta, così anche i nerazzurri hanno conquistato tre successi lontano da San Siro, zoppicando però davanti al proprio pubblico. In difesa i milanesi finora si sono comportati meglio, subendo appena 4 gol contro i 6 della Lazio. Ma quelli rimediati dall’Inter hanno pesato di più in virtù delle due reti in meno messe a segno. Insomma, a livello statistico la differenza principale tra prima e seconda è il distacco in classifica, che nasce da una migliore ottimizzazione dei gol all’attivo e al passivo.
Poi, come anticipato, la capacità di mandare a segno più giocatori, esattamente il doppio, che rende il gioco offensivo di Reja meno prevedibile per quanto più ‘sornione’ rispetto a quello pimpante di Benitez. Possibile, comunque, che alla lunga questa impostazione paghi e consenta ai nerazzurri di valorizzare al meglio ogni rete messa a segno, un po’ come accade in Europa. Intanto, però, a dare lezioni in tal senso è la Lazio, meritatamente in testa alla classifica.
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