Le consuete tracce di Dionisi a San Siro: il Sassuolo ci prende gusto, prime incertezze nerazzurre
Concentrazione massima. Due parole serie e decise, per pensare al presente. Perché con il Sassuolo è sempre così: tutti ci ricordiamo febbraio 2022. I neroverdi si presentarono in grande spolvero a San Siro, fornendo una lezione di calcio all'Inter, con un equilibrio da incastonarsi nei tasselli d'un puzzle sempre più bello da vedere. Ma che dopo ogni partita aveva assunto i contorni di una notevole rilevanza. Il suo canovaccio (quello di Dionisi) è sempre stato il medesimo, sin dai tempi dell'Imolese in Serie C: far ruotare il pallone con tocchi rapidi e convincenti, movimenti complementari ad attaccare la profondità o venire incontro alle traiettorie. Insomma, lo sviluppo inzaghiano nei suoi contorni più moderni. E con un'aggiunta in più: la marcatura a tutto campo.
LE TRACCE EFFERVESCENTI. S'infiammano i fronti, tra sovrapposizioni e strappi. Ma lo sviluppo inzaghiano è un po' fermato dall'effervescenza dei neroverdi, che vivono i loro migliori momenti quando cambiano passo. Berardi taglia l'area strozzandola troppo, Laurienté attacca quella fascia con un po' troppa sufficienza ma le pedine del Biscione qualche imprecisione la commettono. Vie centrali bloccate, Bajrami francobollato a Calhanoglu: così si cercano anche soluzioni alternative per arrivare a colpire l'avversario. Compito decisamente non facile. Serve la sciabolata individuale, o il colpo del collettivo. L'unione fa la forza e Thuram spaventa la porta neroverde con la torsione aerea che per poco non si dirige nel sacco.
MISURE E CONTROMISURE. Il Sassuolo ha grande pazienza e continua a costruire, rendendosi pericoloso su palla inattiva. Lo schema del secondo tempo, da calcio d'angolo, è particolare: Pinamonti esce dall'area sul corner, Berardi pennella per Erlic che grazia Sommer da pochi passi. Le misure e le contromisure che entrambe le squadre prendono continuamente. Perché anche pochi centimetri, nel calcio (lo scriviamo banalmente) possono fare la differenza. Quelli del filtrante di Berardi per il pareggio di Bajrami (su evidente complicità di Sommer) sono rappresentati dal tempismo perfetto del dieci neroverde. Partenze e ripartenze: San Siro comprende appieno il momento dell'Inter e si fa sentire rincuorando il collettivo di Inzaghi per fargli ritrovare anche le più piccole certezze perse. Questione di attimi e momenti propizi, come quello che Berardi sceglie per un arcobaleno dei suoi. E sull'Inter calano, per la prima volta, un po' le nubi e la pioggia neroverde.