Leonardo: "Io dopo De Boer? Non sono l'ideale. L'Inter si riorganizzi"
Dagli studi di Sky Sport, Leonardo parla ampiamente della situazione dell'Inter, alle prese con la decisione sul nuovo allenatore dopo l'allontanamento di Frank de Boer: "La situazione non è semplice, essendo partita male. La stagione è molto travagliata sin dalla fase di preparazione, ma non dobbiamo dimenticarci dei due cambi di proprietà negli ultimi tre anni. Pesa l'assenza di un riferimento sentimentale come Massimo Moratti che ha lasciato nelle mani gente che non sa dove si trova. I cinesi al di là degli investimenti non sono preparati e nemmeno gli italiani forse sono preparati a ricevere i nuovi investitori, vista la storia e la tradizione dei club. Adesso all'Inter serve molta calma; prima di scegliere un nuovo allenatore, vista la situazione, si deve rivedere tutto quello che sta succedendo e come organizzarsi. Chi deve prendere le decisioni, come si deve fare: questo è quello che va rivisto prima di chiamare il nuovo allenatore. C'è una serie di situazioni da rivedere per poi fare la scelta".
Si è fatto anche il suo nome come successore di De Boer: "Mi fa piacere, ma penso sia uscito più per il passato. Rimane la riconoscenza per il rapporto che è rimasto, e penso sia questo il motivo, non perché Moratti spinge. Non penso poi di essere il profilo ideale, io sono un allenatore con profilo manageriale e un manager con idea tecnica. Spetta all'Inter scegliere l'allenatore ideale, io sono un profilo diverso e oltretutto non mi vedo molto bene lì. Il profilo ideale è quello che guida dopo che la società si organizza, la scelta del tecnico va fatta se c'è convinzione vera, se no si sbaglia ancora". Si riparla anche del suo periodo da tecnico nerazzurro, lui che vanta la miglior media punti del dopo-Mourinho: "Quella era una squadra fatta, il merito della media punti va diviso con un gruppo solido di giocatori molto forti. Questo mi è stato possibile anche grazie al rapporto con Massimo Moratti, che era uno dei punti di forza. Poi ho recuperato velocemente l'autostima della squadra. Dico questo perché una scelta va condivisa perché abbia buoni risultati, oggi non è così".
Ma serve una figura di riferimento all'Inter? "Le società di riferimento sono quelle inglesi, dove il presidente non si vede mai ma prende decisioni. Noi, invece, vogliamo qualcuno che incarni lo spirito di una squadra. Le società devono creare un board, e la nuova proprietà dell'Inter deve fare questo: individuare la persona che decide verificandone la conoscenza del luogo, e da lì far partire la macchina decisoria. Poi oggi arrivano troppi messaggi da più parti, serve uno che abbia visione a 360°. Se mi piacerebbe farlo? Questo è un ruolo dove conta la fiducia, il proprietario deve sapere chi sei e che idee hai, se no è impossibile. Io non conosco i proprietari, quindi eliminiamo questa cosa. Ora bisogna organizzare un progetto di 10 anni con molta calma, identificando le persone che lo portino avanti; prendere un allenatore e vedere cosa succede è inutile. Adesso ci sono molti buchi di gestione e tanti possono entrare a dire la loro".