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L’Inter a metà crea il suo triangolo, Conte riparte dal basso. Marotta chiude la porta, il Toro mette la firma

di Marco Lo Prato

Esattamente quel che ci voleva. Una vittoria di sostanza, sporca, convincente. L’Inter di Antonio Conte ricomincia a macinare punti contro una Sampdoria che si sveglia troppo tardi e, dopo quarantacinque minuti da sparring partner, nel secondo tempo prova a impensierire la porta di Handanovic. Tentativi blandi, per un’Inter che aveva l’occasione di amministrare una gara in ghiacciaia, dopo una prova di forza nei primi 45’. Lukaku sugli scudi, con un gol delizioso e un altro passaggio illuminante, a servire Candreva sulla corsa per il 2-0 di Lautaro. Quando la LuLa segna, l’Inter va. La vetta dista solo 6 punti, con tutte le difficoltà del caso. Perché prima di concentrarsi su Juventus e Lazio, l’avversaria da battere rimane ancora l’Inter stessa, le sue imprecisioni e qualche disattenzione che può costare cara.

IL TRIANGOLO – Quattro passaggi. In una manciata di metri, tutta l’Inter che potrebbe essere nelle prossime gare: Lautaro Martinez, Eriksen e Lukaku confezionano un piccolo gioiello grazie a un passo di salsa combinato con cui spezzano la difesa della Samp: il tocco del Toro è sublime, il dialogo nello stretto fra Big Rom e il danese una sentenza. L’Inter ha messo loro tre al centro e ne vuole ricavare i frutti, anche perché oltre al gol il terzetto ha continuato a macinare gioco per tutto il primo tempo, come l’intera squadra di Conte. Lukaku è arrivato al 18° gol stagionale, il quarto interista di sempre a raggiungere questo traguardo alla prima stagione – in compagnia di Ronaldo e Diego Milito, per gradire. La sua esultanza è stata iconica e rimarrà nel tempo. L'altra metà della LuLa, Martinez, ha dato una grossa spallata alle voci che lo vogliono lontano da Milano, mettendo la firma all’assist di Beppe Marotta nel pre gara: “se Lautaro non ci chiede di andare via, rimane a Milano. E io lo vedo con noi anche l’anno prossimo”. Detto, fatto: le potenzialità del triangolo nerazzurro sono ancora inesplorate.

DAL BASSO – Il passaggio chiave che dà il via all’azione del primo gol dell’Inter nasce da Milan Skriniar, uno di quei giocatori che sembra aver giovato dello stop forzato. Conte ha potuto disegnare meglio i meccanismi della difesa a tre e Skriniar, sul centrodestra, sfrutta meglio i tempi di gioco disegnati da Conte per impostare palla al piede. Contro il Napoli la squadra lo cercava con insistenza, contro la Samp la trama è stata la stessa: con Bastoni dall’altro lato e de Vrij a torreggiare in mezzo, il 37 nerazzurro sembra aver trovato la sua dimensione nelle due fasi. Sarà interessante vedere come si evolverà ulteriormente il gioco dell’Inter e quanto Skriniar riuscirà a mantenere la stessa costanza di rendimento anche con questi nuovi compiti. L’aspetto più interessante è che una linea difensiva così rodata permette anche di dare più alternative in costruzione, dando un’alternativa concreta a Brozovic.

A META’ – E’ negli occhi di tutti il secondo tempo timido dell’Inter, dopo un gol preso in maniera rocambolesca. In queste occasioni servirebbe il fosforo di Brozovic o di Sensi, entrambi ai box con diversi tempi di degenza. La benzina nel serbatoio nerazzurro è iniziata a scarseggiare nella ripresa anche nei suoi giocatori più ispirati. Se Eriksen e Lautaro avevano cesellato la difesa avversaria Conte ha giocato le stesse mosse di Napoli, sostituendo i due esterni, Eriksen e Lautaro Martinez. Conte dovrà ancora oliare i meccanismi per evitare che si ripresentino quelle situazioni di sofferenza cui l’Inter è andata ciclicamente incontro nei secondi tempi. Manca ancora uno step per far quadrare l’algoritmo della squadra che si evolve e crea, ma deve diventare più cinica e fredda nel gestire i momenti di apnea. Quel che è certo è che questa squadra è un grande gruppo e vive con un obiettivo. L’Inter ha lanciato il suo dardo, ora tutte le altre si risponderà. La maratona è cominciata.

VIDEO - IL TRIANGOLO LUKAKU-ERIKSEN-LUKAKU ESALTA TRAMONTANA. MA CHE SOFFERENZA


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