L’Inter abbandona una corsa che non c’è mai stata, ma conquista il fortino. La strategia s'incarta, Di Bello cade nell’Abisso
L’Inter di Conte sembra essere entrata in un corto circuito temporale. Per ogni passo in avanti che compie, nella gara successiva si riavvolge su se stessa. È successo un’altra volta all’Olimpico contro la Roma di Dzeko, quel giocatore che i nerazzurri hanno inseguito per oltre due mesi per poi finire con un pugno di mosche in mano. Come ieri sera al triplice fischio di Di Bello, con gli uomini di Conte si accontentano del minimo indispensabile contro la squadra di Fonseca.
Un’Inter timida e impacciata che trova il gol con de Vrij e con Lukaku su due disattenzioni della Roma. I padroni di casa rispondono con un gol nato da un fallo evidente di Kolarov su Lautaro Martinez e una carambola in area di rigore in cui Mkhitaryan è il più veloce a colpire a rete e battere Handanovic. Pari ai punti che portano al… punto che serviva all’Inter. Con il pareggio romano, la squadra di Conte è ufficialmente qualificata per la Champions League 2020/21. Un traguardo importantissimo, raggiunto con quattro giornate d’anticipo. Uno degli aspetti migliori di questa strana, interminabile stagione.
STRATEGIA - Conte sorprende tutti con un centrocampo ibrido, disegnato per ostacolare la Roma sulla prima pressione. Rinunciare alla classe di Borja Valero e a Eriksen si rivela tuttavia poco producente perché l’Inter metterà poche volte in crisi il palleggio romanista, grazie anche a uno straordinario Ibanez e a un centrocampo solido in grado di resistere alle folate interiste. Brozovic gioca a tutto campo, ma il suo turbinio di ruoli incarta l’Inter che non riesce a risalire bene il campo.
Un’altra zona critica Conte la trova a sinistra, dove Young è continuamente sfidato da Bruno Peres e Bastoni commette un paio di leggerezze che fanno vacillare la fiducia della squadra. Sanchez, un leone, lotta contro tutta la difesa della Roma non riesce a concretizzare le sue giocate. La mareggiata sembra calmarsi col finire del primo tempo, perché se è vero che i giallorossi hanno guadagnato per larghi tratti il dominio del campo, non hanno mai tirato in porta. Invece, su un pallone lanciato lungo, il fattaccio.
SCOMPARSI - Spiegare il secondo tempo dell’Inter solo con la cervellotica decisione di Di Bello sarebbe fuorviante. Perché l’Inter rientra dagli spogliatoi con il piglio sbagliato e infatti viene colpita al cuore dalla giocata di Mkhitaryan che sfrutta il solito, monumentale gioco col corpo di Dzeko. Tuttavia, è innegabile sottolineare come la scelta dell’arbitro desti più di un sospetto: richiamato al VAR per un “chiaro ed evidente errore”, decide di proseguire sulla sua strada. Come fatto da diversi colleghi italiani prima di lui, uno su tutti Abisso che ha regalato a Fiorentina-Inter di un anno fa uno dei finali più tragicomici che il calcio italiano ricordi.
Al di là del pari e delle polemiche, l’Inter nella ripresa dell’Olimpico non riesce a legittimare il suo secondo posto, lasciando il palco alla Roma. Il centrocampo perde di intensità e Conte prova prima a smuovere gli equilibri con Eriksen, poi passa alla difesa a quattro - in quel momento la squadra si scuote, aiutata da una sciocchezza di Spinazzola - e agguanta il pari. Lukaku segna il 13° gol in trasferta, record per un giocatore al primo anno di Serie A. Il bottino del belga è di 21 reti al suo primo anno, con ancora qualche giornata per arrotondare la cifra.
FINE - Il campionato dell’Inter è giunto all’ultima curva. Con l’obiettivo più importante centrato (quello cui ambivano anche Milan, Roma e Napoli, come ricordato da Conte), bisogna fare delle valutazioni. Chiudere al secondo posto sarebbe uno step importantissimo, anche perché vincere aiuta a vincere e fra una manciata di settimane l'Inter ha la possibilità di giocarsi l'Europa League.
Quel che è certo è che l’Inter non ha mai riaperto la corsa Scudetto, come per qualche giorno si è paventato. La squadra di Conte ha dimostrato di non poter ambire al primo posto nelle giornate post lockdown, senza bisogno della conferma dell’Olimpico. È iniziato un progetto per cui ora necessita di pazienza, chiarezza e scelte mirate. Che cosa avrà Eriksen in questa squadra? Quanti di questi giocatori dal rendimento altalenante verranno confermati? Chi sono i fedelissimi del mister? La campagna europea contribuirà a fugare i rimanenti dubbi.
L’antagonista della Juventus era la Lazio, dissoltasi a poco a poco nei suoi stessi problemi. L’Atalanta di Gasperini ha rallentato contro il Verona dell’allievo Juric, il che vuol dire che alla Juventus basterà gestirsi per portare a casa il nono Scudetto consecutivo. Brucia, dovrà bruciare all’Inter, perché molti dei punti dispersi per strada potevano tornare utili nella rincorsa di un obiettivo ancora più grande di quello che nelle ultime due stagioni ha fatto penare i tifosi fino all’ultima giornata. Ma come ha detto Conte, la mentalità vincente non si crea dall’oggi al domani e bisogna far crescere nei calciatori la consapevolezza di poter giocare sotto pressione. È questo l’aspetto su cui Conte dovrà migliorare, consolidando il sistema e innestando la qualità dei giocatori di cui il suo gioco ha bisogno.
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