L’Inter perde al gioco delle somme. Conte… conta i rimpianti. Il meglio arriva al 62’
Si dice che quando la squadra non è in serata, basta fare una semplice operazione algebrica: fare un gol in più dell’avversario. Non importa come, non conta nemmeno il marcatore. Quando c’è un disperato bisogno di vincere, vale tutto. Contro il Sassuolo, l’Inter aveva esattamente questa necessità: portare a casa i tre punti per provare a recitare ancora un ruolo da protagonista in questa surreale ultima parte di campionato. Che sarebbe stata una gara fuori dal normale si è capito fin dai primi minuti di gioco, quando una manovra semplice del Sassuolo ha divelto in mille pezzi lo scacchiere tattico interista: tutti fuori posizione e Caputo insacca alle spalle di Handanovic. Poi, un’altalena di emozioni che si è conclusa nel modo più beffardo possibile, quando quel “gol in più” sembrava essere stato siglato da Borja Valero l’ennesima disattenzione della serata ha condannato ai rimpianti Conte e i suoi. La Juventus si allontana e ormai le occasioni per rientrare nel duopolio si fanno sempre più rarefatte.
TURNOVER – La notizia di inizio gara è rappresentata dal massiccio turnover utilizzato da Conte. Tutti i reparti sono inediti e il meccanismo contiano salta al primo soffio neroverde: l’Inter deve continuare a sperimentare per trovare la sua forma migliore ma la sensazione è che alcuni giocatori non riescano a mantenere il livello di attenzione e prestazioni necessari per il livello richiesto da Conte. Tutte le squadre faranno i conti con i problemi di rosa, Conte deve capire di chi potersi fidare in questo frullato di match cui si sta andando incontro. Il ritmo lento delle gare e il fraseggio farraginoso dovrebbe premiare quei sistemi codificati e i gruppi che hanno talento da vendere. Non è un caso che l’Inter ribalti un primo tempo orribile in una manciata di minuti: Eriksen e Sanchez forniscono l’assist giusto a Skriniar e Biraghi che si inseriscono in area al momento perfetto per compiere il colpo perfetto. Ma non è abbastanza.
IMPRECISIONI – Così, dopo un primo tempo ampiamente insufficiente l’Inter si presenta negli ultimi 45’ con un solo obiettivo: difendere il risultato e provare a chiudere i giochi. Ma com’è successo in altre occasioni, la squadra di Conte si perde sul più bello. Così alcune occasioni vengono sprecate, una su tutte quella di Gagliardini: la traversa di San Siro rimbomba ancora, nel vuoto dello stadio. Il Sassuolo è caparbio a non mollare, ma quel che dovrebbe spaventare Conte è che la sua squadra sembra mancare della cattiveria, o della sfrontatezza, per piazzare il colpo del KO. Un peccato veniale per una squadra che deve diventare grande. Se alla traversa di Gagliardini si somma il tiro in bocca a Consigli di Candreva – dopo una strepitosa accelerazione di Lukaku palla al piede – sul 3-2, l’entità dei rimpianti dell’Inter non può che aumentare.
IL MINUTO 62 – Aveva giocato solo sei minuti contro la Fiorentina, prima di ieri. Poi Lucien Agoumé viene lanciato un po’ a sorpresa nella mischia con mezz’ora da giocare. Il giovane francese si fa trovare pronto: sporca molti palloni agli avversari, cerca spesso il corpo a corpo forte del suo metro e ottantacinque e soprattutto gioca con una pulizia da veterano. E’ sempre coerente nei ripiegamenti e un fattore nella manovra offensiva: l’azione da cui Young guadagna il fallo del 3-2 nasce da una sua apertura. Dettagli non da sottovalutare, soprattutto a causa della penuria di scelte di Conte in mezzo al campo: complice anche le prestazioni deficitarie dei compagni di reparto, potrebbe essere giunto il momento per Agoumé di poter dimostrare il suo talento al massimo livello.
Perché se è vero che la stagione non è ancora del tutto compromessa, bisogna pur sempre giocare con il futuro. E se a livello di risultati questo nuovo inizio non è stato certo entusiasmante, non bisogna dimenticarsi le cose buone che l’Inter ha mostrato. Per tornare a competere, c’è bisogno di coerenza e unità d’intenti. Cosa vuol essere quest’Inter?
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