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Lontano dall'Italia, lontano dalla crisi: che personnalité al Metropole

di Fabio Costantino

Ci voleva, davvero. L’Inter ricarica le pile allontanandosi dall’Italia e trova finalmente una vittoria, fondamentale per il prosieguo del cammino in Champions League. Al Metropole di Lille i nerazzurri, giocando con intelligenza, ottimizzano al massimo la rete di Pazzini nel primo tempo e portano a casa 3 punti da un campo che non conosceva sconfitta da 26 partite. L’avversario, di prim’ordine al di là del palmares, è abbastanza insidioso da sbilanciarsi definendo ‘impresa’ quella degli uomini di Ranieri, ora in testa al girone B.

ENCICLOPEDIA D’ATTACCCO - La serata freddina di Lille vive un momento caldissimo al 21’, quando una giocata meravigliosa che coinvolge Sneijder, Zarate e Pazzini viene conclusa dal Pazzo con un destro al volo appena dentro l’area di rigore. Un gol che stronca un equilibrio evidente tra due formazioni che, a dispetto delle premesse, giocano a ritmi piuttosto bassi. Un vantaggio per i nerazzurri, non certo frizzanti dal punto di vista atletico, perché possono agevolmente sfidare i francesi faccia a faccia, ben posizionati e attendendoli sulla propria trequarti. Il vero neo però è l’atteggiamento forse troppo rinunciatario dell’Inter, bacchettato più volte da Ranieri che chiede insistentemente ai suoi di alzare il baricentro e non farsi schiacciare.

MERAVIGLIA HAZARD - Anche perché il Lille ha qualche giocatore in grado di spezzare la monotonia in qualsiasi momenti, vedi Joe Cole, Pedretti e, soprattutto, quell’Eden Hazard che più di una bella promessa oggi è una garanzia. Ad appena 20 anni, anche contro una big come l’Inter, il fenomeno belga riesce a dar dimostrazione del proprio talento, con dribbling, finte e assist che mettono in movimento tutti i compagni. Non è un caso se Angelomario abbia consigliato al padre Massimo di farsi avanti. Il futuro , ma anche una buona fetta di presente, è suo.

PERSONALITA’ - Nel complesso l’Inter gioca un primo tempo ricco di personalità, concedendo il minimo indispensabile alla veemenza della squadra di Rudi Garcia (soprattutto sulle fasce, con numerosi cross alla ricerca di Sow) e gestendo bene, anche se un po’ staticamente, il possesso di palla. Inevitabile dunque che un paio di accelerazioni di Zarate, assai pimpante, saltino all’occhio, soprattutto quella fermata nel finale per un fuorigioco inesistente, che avrà di certo indispettito il presidente seduto sulle tribune del Metropole con Branca, Paolillo, la sorella Bedy e il ‘vecchio’ amico Patrick Vieira.

SOSTITUZIONE ‘STRANA’ - Rispetto alla serataccia di Catania nella ripresa a dimenticare la concentrazione nello spogliatoio sembra il solo Nagatomo, che prima cerca di lanciare Sow con un retropassaggio suicida (bravo Julio Cesar), poi rischia un fallo da rigore su Hazard su cui Webb, per fortuna, lascia correre. Al di là dei due episodi, però, è evidente che quella sia la fascia preferita dal Lille, che spinge con troppa facilità con Debuchy, Balmont e talvolta il trequartista belga. A sorpresa però il primo intervento di Ranieri è il cambio Obi-Zarate, che rinforza sì il centrocampo ma priva i nerazzurri di un terminale offensivo fino a quel momento assai insidioso. La replica di Garcia è Payet al posto di Pedretti, con il nuovo innesto che costringe subito Julione alla paratissima.

FINO IN FONDO - Meno sorprendente della precedente è la sostituzione tra Stankovic e Sneijder, motivata da qualche problemino fisico dell’olandese. L’atteggiamento tattico di Ranieri non muta, a questo punto è un 4-5-1 dichiaratamente contenitivo, alla luce della sempre più costante pressione del Lille che guadagna corner su corner, ma rischia su un bel contropiede concluso da un tiro (deviato alto) di Stankovic. È però sempre il Lille a mantenere il pallino e fa quasi tenerezza Pazzini isolato là davanti a pressare e cercare le briciole che i centrali francesi concedono. Forse impietosito, Ranieri spende per lui l’ultimo cambio, dando spazio a Milito. La scelta difensivista dell’allenatore però nel finale paga tanto, perché l’unica incursione concessa ai francesi è un’invasione di campo di un tifoso, tra l’altro con la maglia del Marsiglia.


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