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Lukaku: "Allo United troppe voci, ora sono dove voglio stare. L'Inter e non la Juve? Ecco perché"

di Andrea Morabito

Intervistato per il LightHarted podcast di Josh Hart, Romelu Lukaku, attaccante dell'Inter, ha parlato così del suo rapporto con Antonio Conte in uno stralcio tratto dal lungo intervento del bomber belga: “Lui mi voleva già quando era alla Juventus nel 2013. Mi ha mostrato come avrei giocato nelle sua squadra: è un grande allenatore, ha vinto tre titoli prima di lasciarli, prendendoli dal fondo, dal settimo posto, e portandoli alla vittoria. Ha vinto un campionato senza essere sconfitto. La Premier è il top, ma per me la seconda lega è quella italiana: è difficilissimo segnare in Italia”.

SULL'ADDIO ALLO UNITED -  “Mi chiedevo se fossi io il problema col Belgio facevo gol, ma allo United le cose invece non andavano bene. Parlavo con lo staff e chiedevo spiegazioni, non mi sentivo protetto. C’erano tante voci. Continuavano a dire che il mister non aveva bisogno di me, che mi avrebbero venduto. Io aspettavo che qualcuno zittisse queste voci, ma non è successo. Non mi hanno protetto, allora ho detto che volevo andare via”.

INTER – “Non volevo stare in un posto dove non mi volevano. Io credo nelle mie capacità e lotto per quello in cui credo. Non voglio essere un problema. Inter e Juve mi volevano, ma non erano le uniche. Chelsea? Lampard mi ha aiutato un sacco quando ero lì. In Italia c’erano due squadre che mi volevano. Dovevo prendere una decisione e ho detto quello che dovevo dire, ho detto quello che dovevo. A quel punto dipendeva dallo United. Non avevo grandi indicazioni chiare su cosa volesse lo United, toccava al mio agente trovare una soluzione. Per me è importante essere dove mi vogliono“.

A seguire l'intervista completa.


Intervista a Lukaku


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