Lukaku: "In Australia dissi a Pogba che allo United avevo finito. Tanti dubbi su di me, all'Inter per iniziare da zero"
C'è anche il razzismo tra i temi toccati da Romelu Lukaku nella lunga intervista rilasciata ai microfoni di New York Times. In quelle situazioni Big Rom pensa "segno, vinco e vado a casa. Mi sono confrontato molte volte nella vita con situazioni di questo tipo, poi costruisci una sorta di guscio. Tiro fuori la rabbia sul campo" dice il belga, che poi torna anche sulle complicate settimane al Manchester United che hanno anticipato il suo arrivo all'Inter, ricordando lo sfogo avuto con l'amico Paul Pogba durante la preseason in Australia: "Gli ho detto che avevo finito (allo United, ndr). Era sempre 'Sì, ma ...' fin dall'inizio. Ho segnato contro il Real Madrid nella Supercoppa europea, ma per altri ho sbagliato un'altra occasione. Ho segnato contro il West Ham nella mia prima partita in Premier League: 'Sì, ma... '. Da quel momento in poi, ho iniziato a chiedermi come sarebbe andata" evidenzia Lukaku, sottolineando che lui e il francese sono stati "accusati della caduta del Manchester United".
Lukaku si concentra poi sulle sue caratteristiche tecniche: "Non si parla mai della mia abilità quando sono paragonato ad altri attaccanti. Il mio dribbling è buono: posso fare un doppio passo, posso saltare un avversario. Ricordo un commento di un giornalista che diceva che lo United non avrebbe dovuto prendere Lukaku perché non è un calciatore 'intelligente'. Giocatori come Thierry Henry, Nicolas Anelka, Marcus Rashford, Anthony Martial sono considerati sempre tecnici e di qualita. È solo che alcuni giocatori sono sempre visti in un modo particolare".
Sulla scelta nerazzurra, il bomber belga spiega che lui ha voluto "iniziare da zero", "ricostruire" la sua reputazione. Ma Romelu non porta rancore: "Il Regno Unito era stato buono con me, ma ho dovuto rimbalzare".
Chiosa dedicata alla Serie A: "Cristiano Ronaldo mi ha detto che questo è il campionato più difensivo e più duro del mondo. Ha detto di aver segnato gol ovunque, ma questo è stato il posto più difficile per farlo. E se Cristiano Ronaldo pensa che sia difficile, allora deve essere davvero difficile. È più difficile dell'Inghilterra, Il calcio è più intenso lì, ma qui è un altro modello di gioco".
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