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Mamma li turchi: altro che tattica, a questa Inter manca anche l'anima

di Fabio Costantino

Forse non è solo colpa del modulo. Pur giocando con la difesa a quattro, l’Inter incappa in una pessima sconfitta a San Siro contro il modesto Trabzonspor, a cui basta un’azione pericolosa per portare a casa l’intera posta in palio, guidato da un pubblico rumoroso e in grado di condizionare la prova dell’avversario. Prestazione abulica, quella nerazzurra, che va al di là dei problemi tattici di questa prima fase di stagione. Adesso sarà dura trovare una spiegazione a questa sconfitta che fa male più dello 0 nella classifica del girone B di Champions League. Se Moratti, nel caso Forlàn, l’aveva presa male per la brutta figura a livello internazionale, chissà quando riuscirà a digerire questa tremenda defaiance.

AL PICCOLO TROTTO - Non inizia nel migliore dei modi la serata della svolta tattica per Gasperini, che deve rinuncciare a Stankovic per un affaticamento all’adduttore. Il posto del serbo viene così affidato allo scalpitante Obi, finalmente arruolato al centro del gioco e non largo sulla sinistra come nelle ultime uscite. Il resto della formazione è quella auspicata dal popolo nerazzurro: difesa a quattro e Sneijder trequartista. Notizia che allevia la pena per l’assenza forzata di Forlàn all’esordio europeo. Pena che però assale i tifosi nerazzurri dopo una mezz’ora al piccolo trotto dei padroni di casa, poco incisivi in attacco e fin troppo intimoriti dietro quando il Trabzonspor parte velocemente in contropiede. Non che i turchi siano chissà quale diavolo, ma il loro ordine tattico basta per mettere in difficoltà la truppa di Gasperini, viva solo a tratti dalla metà campo in su, soprattutto negli ultimi 10 minuti. Troppo poco per scaldare il già poco nutrito pubblico di casa…

CAMBI SI', PEERICOLOSITA' NO - Non si può certo sostenere che Gasperini abbia ignorato i ‘consigli’ tattici provenienti da ogni dove, anche se alla fin fine non ha rinunciato al suo tridente offensivo. In fase di ripiegamento, infatti, Sneijder si allarga a sinistra, Pazzini resta centrale e Zàrate si posiziona a destra. In attacco, però, l’olandese agisce da trequartista anche se la pressione dei mediani turchi gli impedisce di girarsi come vorrebbe. Il soffocamento della fonte principale di gioco impedisce all’Inter di rendersi pericolosa come vorrebbe e dovrebbe, ma sul gioco offensivo nerazzurro pesa il complesso di inferiorità (numerica) patito ogni volta che si cerca di sorprendere la difesa ben guidata dall’ottimo Zengin, bravissimo su Zàrate e Pazzini. Nonostante il cambio di modulo, spicca ancora un’asincronia tra i reparti, anche perché il centrocampo non sembra in serata di grazia e il forfait di Stankovic pesa più del previsto.

LA BEFFA PIU' ATROCE - La sterzata prova a darla Gasperini nella ripresa, chiamando in panchina Obi e Pazzini e lanciando nella mischia Alvarez e Milito. Non convince particolarmente la conferma di Zàrate, certo non migliore del Pazzo, anzi. Solite fiammate e nulla più, anche perché il Trabzonspor, dopo aver tentato di spaventare i padroni di casa, ricomincia a serrare la cerniera difensiva e a praticare l’arte dell’infortunio perditempo, ideale per chi vede nello 0-0 il risultato dei sogni. Da parte sua, però, non è che l’Inter stia legittimando un risultato a lei favorevole, causa un gioco confuso e poco ragionato, figlio della coincidenza insomma. Non serve insomma il gol di Celustka (chi?) a evidenziare le lacune di una squadra senz’anima prima che senza gioco, ma di certo la rete del Trabzonspor pesa come un macigno perché arriva dopo due palle gol divorate da Milito e confonde ulteriormente le già poche idee nerazzurre.

CRISI, ADESSO SI PUO' DIRE - Sconfitti in casa da una cenerentola della Champions, che si trova in questa competizione per caso. Epilogo doloroso e deludente di una serata iniziata con aspettative ben diverse, che acuisce il momento nero dei nerazzurri, oggi etichettabile come crisi. Dopotutto, tre sconfitte nelle prime tre gare ufficiali in tre tornei diversi non potrebbero essere definiti in maniera diversa.

 

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