Mancini chiede un esterno per il 4-2-3-1. Lavezzi o Eder? Tutti i pro e i contro
No, non siamo ai livelli di Gesù o Barabba, ma comunque sempre di scelta si tratta. L'Inter scandaglia il mercato alla ricerca di un esterno offensivo che possa ricoprire il ruolo di ala destra. Il motivo? Pare che Roberto Mancini sia deciso a virare definitivamente al 4-2-3-1. E, se da un lato (a sinistra) può contare su Perisic e Ljajic, dall'altro ha solo Biabiany. Poi è chiaro: Perisic si disimpegna bene anche a destra, Ljajic stesso è adattabile, ma l'intenzione – a mercato aperto – è regalare al Mancio uno specialista della fascia destra.
Per questo motivo sono tornati a galla i nomi di Eder e Lavezzi, due giocatori ormai in orbita nerazzurra da più sessioni di mercato (specie l'argentino). Da un lato il Pocho, 31 anni da compiere il prossimo 3 maggio; dall'altro l'oriundo, che lo scorso 15 novembre ne ha compiuti 29. Ma non saranno i quasi due anni di differenza a indirizzare il club di Thohir verso la scelta finale. Lavezzi ha il contratto in scadenza nel prossimo giugno, e quindi si potrebbe bloccare per prenderlo a parametro zero. Però, nelle ultime ore, si è sparsa la voce di un possibile affondo già per subito, anticipando la concorrenza di Chelsea e Barcellona. Eder, invece, ha rinnovato fino al 2020 proprio dopo il no all'Inter in estate, ha un ingaggio nettamente inferiore, ma direbbe addio al suo club – pare – con più difficoltà rispetto al collega.
UN PUNTO PER LAVEZZI - La domanda è: a livello tattico, chi dei due sarebbe più calzante per le idee del Mancio? In favore di Lavezzi gioca una resistenza fisica fuori dal comune, il cuore da centrocampista che il Pocho ci mette quando è chiamato a dover faticare e il fatto che – nonostante il lavoraccio – poi resti in ogni caso velenosissimo in zona-gol. Cosa che non sta accadendo a Eder da quando Montella lo adopera esterno nel 4-1-4-1. Tanto lavoro, per l'oriundo, tanti applausi, ma pochissime soddisfazioni personali in ottica marcatura. Eder, tra l'altro, dà il meglio di sé partendo da sinistra, perché può puntare, rientrare sul destro e centrare il bersaglio. Quindi, un punto per Lavezzi.
UN PUNTO PER EDER - Di contro, il giocatore della Sampdoria ha forse più fame di grande calcio e, in caso di approdo ad Appiano, potrebbe essere più malleabile agli input tattici di Mancini. Lavezzi, che da anni lotta per vincere la Champions e ha messo in bacheca già tanti trofei, senza dimenticare la lunga militanza nella Nazionale argentina che lo ha portato ad essere un titolare addirittura anche nella finale dei Mondiali contro la Germania nonostante la concorrenza (e fu il migliore in campo dei suoi), forse potrebbe avere qualche piccola titubanza in più nel continuare a svolgere lavoro sporco sulla fascia. Perché un conto è fare l'esterno offensivo in un 4-3-3, un altro è farlo nel 4-2-3-1 di cui si sta discutendo. Qui marchiamo un punto in favore di Eder.
LA DOMANDA RESTA - Insomma, a fare i pignoli si potrebbe concludere che né Eder né Lavezzi sarebbero gli esterni ideali per l'idea tattica che ha in mente Mancini. Col mercato a disposizione, di ali pure da poter raccattare ce ne sarebbero svariate. Ma è chiaro che qui il discorso si ferma all'aspetto tattico, evadendo le ragioni di blasone, economiche e motivazionali. La domanda resta: Lavezzi o Eder?