Mancini: "Juve-Inter, può accadere di tutto. Conosco bene Podolski. Tornare..."
Fonte: Inter Channel
Grande protagonista della prima puntata del 2015 di 'Inter Nos' su Inter Channel, è l'allenatore nerazzurro Roberto Mancini. A lui il compito di rispondere alle domande che i tifosi gli pongono via Twitter, assai numerose. FcInterNews.it vi propone la diretta testuale dell'intervista 2.0 a cui si sottopone il Mancio dagli studi della tv tematica dell'Inter. Si parte dal derby d'Italia: "Juve-Inter è una classica, è normale che sia sentita. La Juve è la prima e ha vinto gli ultimi 3 scudetti, ma può accadere di tutto".
Cosa pensi di Podolski?
"Se andiamo indietro nella storia i tedeschi nell'Inter hanno fatto benissimo. Se arrivasse sarebbe un buon biglietto da visita. Come giocatore lo conosco, sa fare più ruoli, calcia benissimo, è campione del mondo. Viene da Bayern e Arsenal, ha grande esperienza e qualità. Le squadre che spendono sono poche, e incassano tanto. Speriamo che le cose migliorino, non vorrei si facesse come in Europa che a forza di non spendere si arriva alla recessione".
Se non fosse stato nel calcio che avrebbe fatto?
"Ho sempre pensato a diventare giocatore, sin da piccolo. Quando non andavo a scuola andavo in falegnameria da mio padre, forse avrei fatto meglio in quel lavoro (ride, ndr)".
Vorrei che i nostri giovani trovassero spazio.
"Sono per i giovani, se hanno qualità troveranno spazio. Bonazzoli? Ha qualità, è un ragazzo e bisogna aspettare e capire che loro possono sbagliare. L'importante è che poi migliorino. Lui può avere un bel futuro, dipende da chi gli sta intorno e dal ragazzo stesso. A volte chi ha qualità si perde per strada. Si può migliorare sempre, ho giocato con gente che a 30 anni è migliorata. Se c'è voglia e si è seri, è possibile fare meglio. Oggi credo che manchi un po' di serietà. Io in serie A ho iniziato a 16 anni, chi ha certe possibilità deve sfruttarle al massimo".
Oltre a pazza come descriveresti l'Inter?
"Credo che la pazzia sia la bellezza dell'Inter. Ma cerchiamo di essere più regolari. L'Inter ha nel DNA la mentalità di dover sempre cercare di vincere a prescindere dalla qualità della squadra. Deve essere questa la mentalità".
Qual è stato il tuo momento migliore all'Inter?
"Sono stati 4 anni straordinari, non c'è stato un momento più bello degli altri. Poi quando alleni l'Inter ogni giorno è bello".
Come si è sentito quando ha saputo che sarebbe tornato?
"Il mio problema è che tornare dove si è fatto bene è rischioso, si rovina quello che di buono è stato fatto. Ma è ua bella sfida, me l'ha fatto fare l'affetto per l'Inter. In 4 anni ti affezioni. La sfida è difficile, ho pensato che essendo ancora giovane potevo provarci (ride, ndr). Non era mia intenzione tornare in Italia, c'erano altre situazioni che però non sono andate avanti".
Hai cambiato la tua mentalità lavorando in Inghilterra?
"Quando sono arrivato al City era debole, poi è cresciuto. Io mi sono adattato a loro e loro a me. Tatticamente non lavorano molto lì, quel calcio è molto diverso per una serie di situazioni".
Cos'hai pensato quando è arrivata la telefonata dell'Inter?
"Ci ho pensato un po', poi hanno continuato a chiamarmi e ho visto che era una cosa seria (ride, ndr). Se chiama l'Inter, è difficile per me dire no".
Quanto conta la figura di Zanetti?
"Javier ha fatto la storia dell'Inter, un professionista esemplare che deve essere un riferimento per i giovani".
Quali sono gli obiettivi per questa stagione?
"Sono stati fissati all'inizio, è un momento un po' così ma c'è tempo. Quando uno perde non è bello, io non ero abituato, però purtroppo quando si ricomincia a costruire un po' di sofferenza ci deve essere. Galatasaray? Sono arrivato prima della Champions, eravamo noni e alla fine siamo arrivati secondi vincendo la coppa nazionale. C'è un parallelo tra Galatasaray e Inter, situazioni simili e magari andrà allo stesso modo".
Il suo piatto preferito e che musica ascolta?
"Mi piacciono i cappelletti, ascolto musica italiana, sono old fashion".
Cosa ti rende più orgoglioso della tua carriera di allenatore?
"Mi piace avere un buon rapporto con tutti i giocatori anche se spesso non è possibile, perché se un giocatore sta in panchina pensa che l'allenatore sia un c... Però avere un buon rapporto mi piace, si dicono tante cose intorno ai rapporti giocatori-allenatore".
Qual è la tua città preferita?
"In Italia Roma, in Europa Parigi".
Qual è il tuo ricordo più bello nel calcio?
"Da calciatore lo scudetto con lòa Sampdoria, da allenatore tutte le vittorie. Il primo scudetto con l'Inter è stato bellissimo, quel campionato è stato dominato dall'inizio alla fine. Un bel ricordo è il 4-3 nel derby, eravamo rimasti in 10 e rischiavamo di pareggiare".
Quanto è importante avere specialisti sui calci piazzati?
"Molto, a volte le partite, contro squadre preparate tatticamente, si vincono su calcio piazzato".
Cos'è cambiato tra il 2004 e il 2014 per te come allenatore?
"Intanto prima ero più giovane, oggi i giocatori sono un po' diversi all'Inter. Prima erano esperti, ora sono più giovani. Personalmente ho più esperienza, sono più riflessivo".
Che buoni propositi hai fatto per il 2015 interista?
"Quello che ho sempre voluto, mettere il massimo impegno nel nostro lavoro perché solo così si possono raggiungere traguardi a volte insperati. Bisogna crederci sempre".
Essere ambasciatore Unicef come ti fa sentire?
"Per me ricevere questa onoreficenza è un grande onore, essendo un personaggio pubblico devo cercare di comportarmi bene. Da ambasciatore è ancora più importante. Spero di essere utile a tante persone che hanno bisogno".
Il giocatore più forte al momento?
"Messi, Ronaldo, Ibrahimovic e Yaya Tourè".
Lavversario più forte contro cui hai giocato?
"Maradona, Platini, Matthaeus. In quegli anni c'erano grandi calciatori, la speranza è che la serie A torni così. Bisogna che cambi la mentalità per far tornare i grandi giocatori".
Il giocatore più forte di sempre?
"Maradona".
Che rapporto hai con i social network?
"Qualche mese fa ero abbastanza imbranato, ora è una cosa simpatica, ho più contatti con la gente".
Infine, il messaggio conclusivo: "Faremo l'impossibile per riportare l'Inter dove merita. Speriamo di riuscirci. I ragazzi sono sempre stati straordinari negli allenamenti e questo mi fa sperare bene per il finale del campionato".