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Marotta a Sky: "Anni straordinari per l'Inter, come si fa a rinunciare a Inzaghi? Mercato, nessuna rivoluzione"

di Egle Patanè

Dopo Mehdi Taremi, tocca al presidente dell'Inter, Beppe Marotta presentare l'eurosfida di questa sera contro il Barcellona valida per la gara d'andata di semifinale di Champions League. "Perché Lautaro e Thuram si trovano così bene insieme? Direi principalmente che sono le loro caratteristiche tecniche e anche fisiche che li rendono la coppia perfetta. Peccato che quest'anno abbiamo potuto vederli poco insieme, ma a mio giudizio sono due giocatori che si integrano proprio bene e speriamo che questa sera possano aiutarci in questa impresa. Thuram, come sapete, è stato fermo per un periodo quindi non sarà al meglio della forma, ma la sua presenza, anche non al meglio, è molto importante" ha detto il numero uno dei meneghini a Sky Sport prima del fischio d'inizio.

Che emozione personale ti dà questa partita, specie in questo momento di crisi? E se questo momento sembra essere passato.
"L'importante è essere presenti in questo contesto. Sono rimaste quattro squadre in Europa e noi ci siamo. Non vogliamo fare una comparsa ma vogliamo essere protagonisti, stasera è il primo tempo di una doppia sfida che si concluderà settimana prossima a San Siro. L'importante è rimanere sempre in partita, non perdere mai la quadra contro una squadra talentuosa. Da questo punto di vista è da lì che arrivano i principali pericoli, ma sono convinto che la nostra squadra oggi ritrova un undici che non riuscivamo a mettere insieme da tanto tempo e quindi sono sicuro che faremo una bella partita".

Nel calcio c'è poco equilibrio, si sa. Sono state tante le critiche a Inzaghi, possiamo dire che sarà lui l'allenatore il prossimo anno?
"Di Inzaghi non bisogna guardare le settimane, ma gli anni e questi sono stati anni straordinari per il club e il merito è suo quindi come si fa a rinunciare a una figura del genere? Oltretutto, in questo mondo dove si brucia tutto molto velocemente, lui è riuscito a creare un gruppo solido al cui interno c'è la sua presenza che si fa sentire ed è un interprete assoluto di questo nostro modello".

La rosa andrà rinfrescata?
"Più che rivoluzione io parlerei di evoluzione. Il nostro è un processo evolutivo che è partito qualche anno fa e tiene conto di grandi difficoltà finanziario economiche e abbiamo fatto di necessità virtù riuscendo, tutti insieme, a mettere su una parte sportiva di qualità, i cui meriti vanno distribuiti equamente, direi in primis all'allenatore che ha un ruolo molto importante. Oggi ci troviamo davanti ad un finale di stagione in cui i ricavi sono aumentati, vedi gli introiti della Champions, ma questo è un fatto che ci inorgoglisce ma non è determinante. Determinante nel calcio è vincere e noi vogliamo farlo, lo dice la nostra storia e il nostro palmares. Poi c'è un processo evolutivo, come ho detto, e vogliamo investire su profili che possano rappresentare un patrimonio per il presente e per il futuro. Non faremo operazioni a sé stanti, andando su giocatori svincolati con ingaggi alti ma su giocatori che possano fare al caso nostro e che possono diventare un patrimonio ma fermo restando su un gruppo che è già un punto di partenza".

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