Marotta: "In Lega serve competenza. Juve-Inter il 9/3 scelta di buon senso, ma valuteremo. Inter-Samp un rebus"
Nuovo intervento per l'amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, protagonista questa mattina a Radio Anch'io Lo Sport. "Come cittadino sono preoccupato per la situazione di difficoltà in cui versa il Paese con i rischi che corriamo tutti - è la premessa che l'ad esprime anche ai microfoni della Rai -. Quando metto i panni del dirigente calcistico e devo affrontare delle tematiche di emergenza cerco di essere propositivo. Sono accadute delle tematiche che si sconfessavano l'una con l'altra. Il campionato rappresenta un patrimonio sportivo del nostro Paese e noi come Inter, dopo aver subito quella decisione contraddittoria rispetto a quella del giovedì, abbiamo stimolato la convocazione di un Consiglio per avere un'assemblea straordinaria e arrivare a una decisione univoca e armoniosa nel rispetto della regolarità. Ci sono Inter e Sassuolo che non giocano da due domeniche e questo porta a uno squilibrio competitivo ed eventuali danni nell'andamento del campionato".
Nodo della questione è soprattutto il recupero delle gare che si sarebbero dovuto disputare in quest'ultimo weekend a porte chiuse, tra le quali Juventus-Inter. "Io non voglio polemizzare ulteriormente, ho detto in modo molto duro quel che dovevo - dice ancora Marotta -. Se al lunedì la Lega chiede al governo di utilizzare lo strumento delle porte chiuse, al giovedì si fa un calendario con le partite sottoposte a questo provvedimento, non si capisce perché il sabato si fa un passo indietro. Non mi riferisco solo a Juventus-Inter, ma alla totalità delle partite e al sistema. Io sono dirigente di una società che rappresenta milioni di tifosi e i suoi investitori. Juve-Inter il 9 marzo? Noi nel corso del Consiglio abbiamo chiesto di portare all'assemblea due o tre ipotesi. Se questa è una di queste, che io ho appreso mediaticamente, è già una cosa di buon senso. Ma per pronunciarmi voglio essere in assemblea per valutare anche le altre ipotesi e poi arrivare a una soluzione coesa. Per mia esperienza è già successo in passato che il campionato fosse sospeso per cause imprevedibili e che poi si ripartisse dalla giornata sospesa. Ci sta, assolutamente. Rinviare invece le partite e stabilire già una data oggi, come il 13 maggio, è una cosa che non va. Io mi rendo disponibile ad ascoltare oggi tutti, quella di giocare il prossimo weekend la ventiseiesima è condivisibile".
Resterebbe comunque da trovare una data per Inter-Sampdoria. "Un bel rebus - lo definisce Marotta - Se noi dovessimo continuare nel cammino europeo non ci sarebbero più date e questo è incredibile. Non è lo spirito polemico, però, che voglio evidenziare. Il mio è uno spirito propositivo, purché si rispettino sostanza e forma. Mi sentivo e mi sento tuttora di evidenziare le lacune di una scelta che non è stata condivisa e questo è il senso della mia arrabbiatura. C'è anche la ventottesima giornata che oggi come oggi porterebbe a cinque partite a porte chiuse. Noi ripartiamo con la ventiseiesima o la ventisettesima, c'è anche quella dopo. C'è Atalanta-Lazio che è sottoposta a una diatriba dialettica. Ci sono tante valutazioni che vanno fatto attorno a un tavolo, con equilibrio e coscienza. Io sono molto fiducioso perché quando ci si trova tutti assieme il buon senso prevale perché al di là di certe valutazioni i dirigenti sono persone di responsabilità e coscienza".
Alla base di questo caos, secondo l'a.d. nerazzurro, c'è un problema culturale all'interno della Lega Serie A. "Sono d'accordo con Malagò, c'è un fatto culturale, capendo che però i 20 presidenti rappresentano degli investitori. Che venga delegata la conduzione della Lega Serie A a una persona super partes è necessario. Fa parte di un processo culturale che ancora non ha raggiunto il nostro sistema calcistico". Detto questo, a Marotta non è andata giù la conduzione degli ultimi giorni. "Avete sentito, nella giornata di ieri, esternazioni di Liverani, Gattuso, Gasperini che hanno espresso perplessità. Voglio che si valuti che il core business di questo mondo è il calcio, non è solo la vendita dei diritti tv. Ecco perché emerge la competenza nella gestione di queste situazioni, valutare le indicazioni che le nostre aree tecniche ci indicano, per esempio il fatto di modulare allenamenti sicuramente condizionati da questi stop. Fino a pochi giorni fa è stata preparata una partita che poi è stata interrotta, non da un fatto imprevedibile ma da quanto già saputo a inizio settimana. Non è possibile che i nostri giocatori giochino nove partite a maggio, significa rischio di infortuni, modulare gli allenamenti in modo molto difficoltoso. Sono riflessioni che mancano all'interno della Lega. Io non sono qui per chiedere la testa di chicchessia. Io sono qui per tutelare una regolarità del campionato, che si evince anche dal fatto che tutte le squadre devono disputare in un arco ristretto le stesse partite, non dovendo recuperare a fine anno. Io contesto il modo. E' vero, c'è una grande emergenza, ma dobbiamo convivere con il nostro mondo che tra l'altro fa solo del bene alla nostra gente. Dà momento di spensieratezza a chi è costretto a stare in casa".
Sul calendario della Lazio, che giocherà molto di meno da qui a fine maggio, nessuna polemica. "Il calendario della Lazio è legato a vicende calcistiche. E' stata eliminata in Europa League, se da una parte è scontenta dall'altro non lo è. Per cui non esprimo valutazioni particolari", dice Marotta.