Matthäus: "Inter al top, vi svelo il suo segreto. Ma la squadra gioca così da 2-3 anni. Attacco e centrocampo..."
Fonte: Gazzetta dello Sport
Lothar Matthäus sta seguendo con passione la cavalcata dell'Inter e, in vista del match con la Roma, ha parlato alla Gazzetta dello Sport. Ecco alcune considerazioni dell'ex numero 10 nerazzurro.
Matthäus, contro la Juventus è quindi arrivata la spallata scudetto?
"L’Inter ha meritato, si è mostrata superiore nella sfida scudetto. Ha preso un bel vantaggio, ma bisogna sempre guardarsi le spalle. Ciò che mi dà sicurezza, e dovrebbe darla a tutti i tifosi, è che questa squadra non è nata oggi: gioca così bene da due-tre anni, ha fatto un lavoro eccezionale che l’ha portata a un passo dalla Champions. Penso che ci possa riprovare perché è davvero completa: giusti giocatori, giusto allenatore, giusta mentalità, e pure giusti sostituti che tengono alta la qualità quando entrano al posto dei titolari".
Per lei dove sta il segreto nerazzurro?
"Nel fatto che è stato recuperata la cosa più importante, il Dna Inter. E così è diventata più o meno ciò che è stato in Germania negli ultimi anni il Bayern, o ciò che era in Italia la Juventus".
E come è di preciso questa Inter?
"Diversa: è solida, ma anche molto creativa. Gioca un calcio offensivo, segna e mantiene compattezza dietro".
A proposito di sue ex squadre, Marcus Thuram viene dal Borussia Mönchengladbach, ma è diventato tutt’altro giocatore a Milano...
"Anche lui ha trovato il club ideale per esplodere".
Domani all’Olimpico proprio Lautaro incontra l’ex amico Lukaku: quanto è servito all’argentino “staccarsi” dal belga?
"Adesso gioca con un centravanti diverso, che gli permette di cercare il gol in una nuova posizione. Poi ci sarà qualcosa di psicologico, legato alla maturazione individuale".
Oltre alle punte, c’è qualche altro che l’ha stupita nella orchestra dell’Inter?
"Di Barella ho parlato spesso, è il motore. Ma Calhanoglu e Mkhitaryan mi hanno sorpreso".
Concorda anche lei quando si dice che Inzaghi a centrocampo abbia il meglio del pianeta?
"Sì, per come lavorano uno per l’altro, ognuno sa come stare in campo in ogni momento. Si vede che sono bene allenati, in un sistema preciso in cui anche i più giovani riescono subito a inserirsi".
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