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Mazzarri: "Arriverà la svolta. Chi è in scadenza va motivato. Su Icardi..."

di Christian Liotta
Fonte: Italia 1

Ospite del programma di Pierluigi Pardo Tiki TakaWalter Mazzarri (del quale a giorni uscirà la biografia, ndr), allenatore dell'Inter, parla a lungo della sua Inter e delle sue sensazioni personali: "Come va? Benino sul piano della salute, non tanto su quello del morale sportivo. Quando si perde noi allenatori non siamo mai felici". In studio c'è Rolando Bianchi, suo giocatore ai tempi della Reggina, che saluta con affetto: "Ottimo calciatore e bravo ragazzo". Dopo la scheda di presentazione, il tecnico nerazzurro, un po' emozionato, spiega: "Si vede che son passati gli anni, comunque bello rivedere certi momenti come quello di Reggio Calabria, queste soddisfazioni restano per sempre, fino alla fine della carriera. Cavani prima punta la mia perla? Sì, quando c'è più risonanza viene tutto più esaltato, ma anche Bianchi arrivava da un periodo difficile, senza fiducia, ed esplose. Per me fu una soddisfazione, poi lo volle il Manchester City. Poi questi successi si notano meno perché fatti in un piccolo club, però questa vale quanto Cavani".

Ma si aspettava un'avventura più facile all'Inter? "No, quando siamo partiti lo sapevo che poteva essere difficile allenare questo club. Poi siamo andati oltre, sembrava tutto in discesa perché si è fatto bene ma poi c'è stata questa flessione un po' per colpe nostre per delle partite giocate al di sotto delle nostre possibilità un po' per merito degli avversari e un po' di sfortuna. Ieri ad esempio i giocatori come Rodrigo Palacio e Jonathan hanno avuto occasioni che avrebbero concretizzato in altri momenti. In questo momento succede un po' di tutto". 

Mazzarri si sente nel centro del mirino? "Nel mirino ci sto dal primo giorno in cui ho iniziato ad allenare. La carriera mi è andata bene e finché vorrò fare l'allenatore quello che c'è intorno non mi preoccupa più di tanto. Se è il mio momento più difficile? Dipende da come si vuole vedere: oggettivamente momenti particolari ne ho avuti tanti, se quest'anno lo valutate su parametri riscontrabili capite che ci sono momenti storici per i club particolari, anche il Barcellona li ha vissuti. Ci vuole fiducia nell'allenatore e nelle idee. Siamo a pari punti col Verona che sta facendo un campionato eccezionale, ma in questo momento siamo quinti con squadre come Lazio e Milan più in difficoltà nonostante una struttura e giocatori ben impostati. Alcune cose valutate in un certo modo possono passare in positivo". 

Si parla inevitabilmente dello scambio Vucinic-Guarin; anche qui Mazzarri glissa: "Fatemi parlare di tesserati della mia squadra, io non parlo di mercato perché da un mese si sente di tutto e questa flessione non vorrei derivasse da queste voci. Voglio una squadra concentrata, il parlare intorno a giocatori non abituati può portare anche a questo". Capitolo errori arbitrali: a detta di Graziano Cesari, ben nove partite sono state inficiate da sviste pesanti, per almeno cinque punti persi. Ma il non parlarne fa parte di una strategia? "Bisogna farlo, se no diventava stucchevole ripetere le cose. Noi siamo interessati in quello che vediamo, alla fine si scatenano una serie di discorsi che mettono in difficoltà gli arbitri. Il bilancio va fatto a fine anno, ora cerchiamo di andare avanti".  

Quanto serve la presenza dei dirigenti a questa Inter, secondo Mazzarri? "Questo aspetto, dico la verità, non è un'attenuante per me. Io ho un modo di gestire i giocatori a 360°, quando ho la fiducia del club sento la squadra come mia. Marco Branca e Piero Ausilio danno supporto dall'inizio e continuano a darlo, tante persone lo fanno. Poi, la presenza del presidente, il suo saluto, specie in un momento particolare, può essere la sicurezza in più. Ma non credo sia questa la cosa che manca. Troppo solo? Io non mi lamento, non mi sembra di esserlo. Se per solo vuol dire non fare certe operazioni che si facevano all'Inter è un altro discorso, si può essere lasciati soli se i risultati arrivano in modo ridotto. Ma tutti, da Thohir e Moratti, hanno mostrato fiducia nei miei confronti e si sono affidati alla mia esperienza, il mio sentire le mie idee in ottica futura, la mia capacità di ricostruire. Devo lavorare, aspettando la vittoria che risolverà tutto entro breve tempo". 

Luis Suarez e Andrea Mandorlini parlano delle prospettive dell'Inter di Thohir. Mazzarri interviene: "Se Thohir fosse arrivato in estate parleremmo di qualcosa in più. Io sono arrivato all'Inter e non pensavo al cambio di società. Per me qualche scossone c'è stato tra i ragazzi. E' difficile gestire e motivare giocatori in scadenza, è un anno particolare. Per motivarli devi far vedere che loro possono meritare la riconferma, ma gli infortuni possono penalizzarli. Ci sono tante variabili difficili da gestire". Bianchi promuove l'eventuale acquisto di Danilo D'Ambrosio e Mazzarri sottolinea: "Quando giocano insieme, imparano a conoscersi. Quindi mi fido di lui".

Si parla anche di Mauro Icardi: "Il talento l'ha fatto vedere già l'anno scorso, il problema è che non l'ho quasi mai avuto a disposizione. Due settimane di seguito non è riuscito ad allenarsi, questo è il punto". Raffaele Auriemma, telecronista fazioso del Napoli di Mediaset Premium, lo stuzzica chiedendogli chi glielo ha fatto fare a lasciare Napoli: "Sono scelte diverse, quando sono andato via da Napoli non mi ponevo il problema di dove andare", si limita a dire. Poi gli chiede cosa gli manca di Napoli: "Ricordo tutto con piacere, sono stati quattro anni importanti". Chiusura su Clarence Seedorf: "Campione e personaggio importante, dalla grande dialettica e personalità. Ha il carattere per fare l'allenatore, poi deve fare vedere le sue potenzialità". 

 


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