Mazzarri e i soliti (11) noti. Per WM titolari inamovibili, ecco tutti i pro e i contro
Era una delle caratteristiche che maggiormente lo contraddistingueva, e spesso lo metteva anche nel mirino della critica, al Napoli. E che adesso Walter Mazzarri ha importato anche all'Inter, stando a quando dicono le percentuali: è la tendenza ad utilizzare prevalentemente un blocco di giocatori fidati, affidandosi poco alle cosiddette seconde linee. A certificare questa sua attitudine arriva anche il dato proposto dal Football Observatory del Cies (leggi qui) relativo all'impiego in percentuale degli undici titolari (individuati tra i più utilizzati) nelle 20 formazioni di Serie A. Classifica dove l'Inter primeggia, unica squadra a superare l'80% dell'impiego dei giocatori schierati dal primo minuto, precedendo Sampdoria e Juventus, a pari merito col 79,2% (la classifica completa ve la proponiamo in calce all'articolo).
E' un dato significativo, che include in sé più di un significato. In accezione positiva, ma anche negativa: ad esempio, l'impiego continuo dei titolari può essere interpretato come l'aver già identificato e attribuito fiducia a un gruppo ben definito, quello che gli dà sostanzialmente le maggiori garanzie. Quello degli elementi di valore come Palacio, Alvarez, Guarin, Campagnaro, Cambiasso. E questo particolare, in un anno comunque difficile, è comunque importante, perché indica una certezza, quella di potersi affidare ad un blocco granitico già individuato, come avvenne anche durante i suoi anni all'ombra del Vesuvio.
Ma dall'altro canto, il poco spazio concesso alle riserve denuncia in qualche modo quella che è l'assenza di qualità e di alternative valide all'interno della rosa: oltre la formazione titolare, insomma, c'è molto, quasi tutto, da inventare, per poter tenere saldi gli equilibri tanto decantati dal tecnico. Di conseguenza, un allenatore come Mazzarri, che punta molto sull'esperienza e sulle qualità tecniche delle sue rose, fatica tantissimo ad accordare fiducia ai rincalzi, finendo così con l'affidarsi sempre all'undici tipo pronosticabile in partenza. Con conseguenze penalizzanti anche per gli elementi più giovani, basti pensare all'annata vissuta sin qui da Mateo Kovacic.
Numeri, insomma, che contribuiscono a spiegare, anche se in parte, i problemi e le storture di questa difficile annata nerazzurra: di Mazzarri si è detto spesso che sta facendo le nozze coi fichi secchi, e lo sta facendo affrontando una ristrettezza di rosa, specie sul piano qualitativo, che gli ultimi risultati deludenti hanno messo a nudo. Ma dopotutto l'allenatore stesso è stato chiaro: gli hanno chiesto di riportare l'Inter in Europa, non di fare esperimenti con i giovani, e lui lo sta facendo fidandosi dei suoi punti di riferimento. Che, suo malgrado, hanno dimostrato di non essere sufficientemente efficaci per competere ad alto livello, così come le alternative hanno palesato, ai suoi occhi, scarsa affidabilità. E considerando il mercato che la società (non) sta facendo, la percentuale sopra citata rischia di aumentare da qui a fine stagione.