Mazzarri e l'Inter salutano Amburgo con un sorriso. Campagnaro, però!
Era un’amichevole estiva, con tutti i pregiudizi che ne conseguono: ma la partita che l’Inter ha disputato quest’oggi contro l’Amburgo può regalare un sorriso, e forse anche qualcosa in più, a Walter Mazzarri. Di fronte c’era un avversario che, non fa mai male ricordarlo, la prossima settimana comincerà con gli impegni ufficiali mentre l’Inter ha chiuso solo tre giorni fa il ritiro estivo; ma Palacio e compagni hanno comunque regalato un’impressione più che positiva. E chissà, forse il risultato non premia fino in fondo la prova nerazzurra, visto che di rischi veri ne sono stati corsi davvero pochi, e quando ci son stati Handanovic ha sempre risposto presente, e nell’ultimo quarto di gara la mole di gioco nerazzurra ha soverchiato di gran lunga quella degli uomini di Thorsten Fink.
IL SALE SULLA… TESTA – Due gol al secondo minuto di gioco: nel primo tempo, con Icardi, e nella ripresa, con Rudnevs, per l’Amburgo. Due gol molto simili anche nello sviluppo, con cross dalla destra e conclusione vincente a pochi metri dalla porta avversaria. Il risultato di Amburgo-Inter si è deciso con due azioni al fulmicotone, il resto però non è stato meno interessante, anzi. L’Inter è partita davvero bene, poi ha saputo reagire con ordine al crescendo in attacco dell’HSV, guidato da quell’Artjoms Rudnevs che i tifosi della Juventus conoscono bene per quei tre gol segnati in Europa League con la maglia del Lech Poznan. Amburgo che però è andato a sbattere su un Samir Handanovic cui l’allenamento sui gradoni in quel di Pinzolo sembra avergli fatto l’effetto di una pozione magica. A tratti si è sofferto, specie dopo il gol del pareggio, ma l’Amburgo non è mai sembrato una formazione irresistibile, e nei minuti finali solo il portiere Drobny ha evitato uno smacco di un ko interno dicendo due volte no a Palacio e una a Campagnaro. Insomma, segnali importanti. Anche e soprattutto sul piano della tenuta atletica: a quanto pare, le dure sedute in Trentino hanno già forgiato abbastanza questo gruppo.
HUGO’S THE BOSS – Detto ampiamente di Handa, buona anche la prova di Fredy Guarin, che va sì a sprazzi irregolari ma quando decide di macinare gioco è un piacere a vedersi; da sottolineare anche l’ottimo lavoro di Rodrigo Palacio, che sembra trovarsi davvero a suo agio nel ruolo di attaccante di mobilità e senza punti di riferimento per gli avversari che Mazzarri ha disegnato per lui. E finalmente, anche Mauro Icardi, pur ancora un po’ imballato, ha trovato la sua prima rete con l’Inter con un movimento da bomber puro qual è. Ma se c’è un giocatore che forse ha impressionato più di tutti, allora quello è indubbiamente Hugo Campagnaro. Il Toro di Moron, lo scudiero fidato del tecnico di San Vincenzo, è all’Inter da pochi giorni ma sembra guidarla da una vita. Deciso, puntuale, pericoloso anche in fase offensiva, il 33enne difensore ha fatto capire che l’esperienza conta, e che se Mazzarri lo ha sempre voluto con sé un motivo ci sarà. Già a Pinzolo fu tra i più positivi, si può solo auspicare che la strada intrapresa sia quella giusta.
CAMBI(O DI P)ASSO – Ovvio, le lacune ci sono. Soprattutto sulle corsie esterne, quelle che da tempo reclamano i rinforzi più immediati e dove l’Amburgo ha avuto quasi sempre vita troppo facile, con Yuto Nagatomo e Alvaro Pereira messi un po’ troppe volte alle strette, anche se va detto che il Palito qualcosa di buono l’ha fatta vedere in avanti. Segnali preoccupanti arrivano però da Esteban Cambiasso: il capitano deputato è apparso un po’ in ombra, ingolfato, quasi a disagio nell’eseguire i compiti richiesti dal mister. Conosciamo tutti il Cuchu e la sua classe immensa, ma in questo momento non si può negare che patisca un gap atletico rispetto alla maggioranza del gruppo. Rimandati anche Ricardo Alvarez, cresciuto nel finale di gara dopo una fase un po’ grigia, guarda caso quando gli è stata consegnata la fascia da capitano, e Marco Andreolli, infilato da Rudnevs dopo pochi secondi dal suo ingresso in campo ma che poi non ha commesso errori di gravità eccezionale.
SEE YOU, MOU – Ancora qualche giorno e arriverà un nuovo test importante per l’Inter: il prossimo 1° agosto, a Indianapolis, i nerazzurri sfideranno il Chelsea dell’amatissimo ex José Mourinho, che per la prima volta dopo tre anni incrocerà il proprio cammino con quello della squadra che portò al leggendario Triplete del 2010. Sarà indubbiamente la gara dei grandi sentimenti, dei grandi significati. Ma soprattutto, sarà un ulteriore step nel processo di crescita della formazione di Walter Mazzarri, e provare a mettere i bastoni tra le ruote allo Special One potrebbe essere indubbiamente una soddisfazione importante.