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Mazzarri: "Zanetti e Milito due esempi. Parlerò con Branca e Ausilio. Il titolo..."

di Emanuele Tramacere

Walter Mazzarri, a margine della consegna del premio Maestrelli vinto quest'anno proprio dall'allenatore nerazzurro, si è concesso ad una lunga intervista ai microfoni di Rai Sport parlando, inanzitutto proprio del premio ricevuto:

"Per me è motivo di orgoglio essere paragonato ad una persona di spessore come Maestrelli. E’ un premio ambito, importante, perché lui era un allenatore che ha basato molto la sua carriera sui valori umani e per me è un’emozione".

Da assistente di Ulivieri a miglior allenatore del panorama italiano essendo stato insignito del premio Maestrelli...
"E’ ancora più gratificante perché un uomo a livello professionale parte dal basso. Io ho fatto tutti i ruoli e arrivare puntando solo sui risultati e sul far bene il mio lavoro a questo livello mi fa solo piacere. E questo al di là dei premi ricevuti e delle gratificazioni".

Si dice che Mazzarri abbia pochi amici nel mondo del calcio...
"Io credo che quando sei in competizione l’uno contro l’altro, con ognuno che pensa alla propria squadra, è difficile essere in amicizia con i colleghi. Ci può essere stima, rispetto, quello si".

Scudetto mai vinto, l’Inter può portarla a questo obiettivo?
"Io credo, innanzitutto, che l’allenatore vada sempre valutato in base al valore della rosa che ha a disposizione e al blasone della squadra in cui milita. Al momento io credo di aver già vinto qualche scudetto".

Pensava di trovarsi già un’Inter indonesiana?
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A dire la verità no. Moratti non mi aveva detto nulla, non mi aveva accennato a niente e quindi sono rimasto spiazzato anche io. Più che altro non pensavo che il passaggio potesse arrivare già in questa stagione".

Le hanno fatto piacere le parole di Thohir?
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E’ stato bello, perché come sappiamo nel calcio quando arriva un nuovo proprietario può avere delle idee diverse. Ha fatto piacere perché vuol dire che Thohir ha seguito la squadra da lontano e ha visto come lavoro apprezzando i miei modi di fare".

Cosa vi siete detti in privato?
"Uno dei punti cardine di cui abbiamo parlato è la considerazione e la serietà del lavoro. Il dare regole serie ai ragazzi, soprattutto a quelli nuovi che arriveranno nell’Inter. Io in quel frangente mi sono permesso di dire che l’esempio già c’era ed era un giocatore come Javier Zanetti, ma anche Diego Milito e i giocatori che ancora sono all’interno del club e possono essere presi ad esempio. Ciò che più conta è saper cogliere da loro lo spirito di sacrificio, il non mollare mai. Tutte doti che non possono essere trascurate per giocare nell’Inter".

Tre anni sono sufficienti per ridare all’Inter un appeal internazionale?

"Perché no, i miei dati che ho ricavato a Napoli lo dimostrano. Le linee programmatiche però le traccia la società e mi ha fatto piacere che Thohir abbia parlato con Branca e Ausilio. In questi giorni con i dirigenti parleremo di tutto e se loro mi interpelleranno io dirò la mia sul cosa si può fare anche in base al budget a disposizione".

Roma Juve e Napoli si contendono lo scudetto?
"I punti lo avete visto, ci dicono che nel giro di due partite può cambiare tutto. Io sono convinto che possa succedere ancora molto, anche se è chiaro che un po’ per valori e un po’ per la situazione di classifica quelle tre squadre sono favorite".

Moratti quest’estate l’ha scelta. Cosa rappresenta per lei?
"Io faccio fatica a pensare che non possa esserci più il rapporto che abbiamo avuto fino ad oggi. Resto convinto che, comunque, Moratti resterà sempre vicino alla squadra".


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