Milito: "Già con Mancini fui vicino all'Inter. Sulla Champions e Lavezzi..."
Fonte: inter channel
Un anno non facile quello passato da Diego Milito che vuole, però, chiudere in bellezza questi dodici mesi, insieme ai tifosi nerazzurri, e attraverso la puntata odierna di InterNOS, parla dell'imminete derby contro il Milan, del suo rapporto con il popolo interista e di tantissimi altri temi, in una puntata veramente bella ed esauriente: "La settimana che precede un confronto tra Inter e Milan è sempre particolare, è una partita speciale e noi speriamo di vincerla, ovviamente", esordisce Milito.
Ed è proprio dei tifosi che si parla all'inizio della lunga chiacchierata che Nagaja Beccalossi e Roberto Monzani, dagli studi di Inter Channel, fanno con il Principe: "L'affetto di tutti i tifosi nei miei confronti è stato anche esagerato, come dico sempre sono in debito con loro che mi dimostrano ogni giorno la loro vicinanza". L'argentino si rivolge anche ai tifosi del Milan: "Sono un giocatore che i tifosi avversari rispettano perchè io per primo sono rispettoso con tutti, anche con i milanisti. Sono molto sportivo, difendo la maglia dell'Inter a morte, credo sia una cosa normale, ma ho molto rispetto per l'avversario, per il Milan stesso, per la Juventus e per tutte le altre. I derby sono partite particolari, partite diverse, inutile negarlo. Quello che ricordo di più? E' difficile sceglierlo perchè sono tutti belli, soprattutto quelli che vinci. Io ricordo sempre il mio primo derby di Milano, che abbiamo vinto 4-0, una gara straordinaria da parte nostra, con un gol, quello di Thiago Motta, veramente spettacolare. Anche la gara di ritorno fu bellissima".
Sul suo recupero dall'infortunio e il rientro in campo, Milito spiega: "Quest'anno mi ha insegnato tantissime cose, soprattutto a non mollare mai, a sfidare me stesso per non buttarmi giù a livello mentale, avendo sempre in testa la voglia di tornare a giocare perchè posso ancora dare tanto all'Inter. E' durissima, l'infortunio del ginocchio è stato un brutto colpo, sapevi che era lungo, ma avevi l'obiettivo davanti di tornare a giocare, mentre sinceramente questo stiramento mi ha fatto rimanere un po' male perchè stavo migliorando, ero nel momento nel quale stavo tornando con la squadra e invece poi sono tornato ad allenarmi a parte, anche se dopo infortuni come quello che ho subito sono piccole ricadute che possono capitare, ma lavoro giorno dopo giorno. E' dura ma bisogna andare avanti, non possiamo mollare. Anche a Samuel è toccata la stessa sorte, lui è un esempio in tutto, come Zanetti. A quarant'anni recuperare in così poco tempo come ha recuperato lui, è davvero un esempio. Futuro? La cosa più importante adesso è tornare a giocare per poter aiutare i miei compagni in questo campionato".
Infortuni gravi come il suo, Milito lancia un messaggio: "Non mollare è la cosa più importante. I primi giorni sono i peggiori perchè sai già che sarà lunga, ma non bisogna mollare a livello psicologico, sapendo che per mesi farai lo stesso tipo di lavoro".
Il derby in famiglia con il fratello Gaby, Diego svela un aneddoto: "Ho litigato con lui in campo, immaginate! (ride, ndr) Il fatto di giocare un derby come Racing-Independiente, con la famiglia in tribuna è una cosa particolare: ne ricordo uno in cui io stesso chiesi la sua espulsione, lui mi mandò a "quel paese", in uno stadio di 60 mila persone con la famiglia in tribuna".
Qualche consiglio ai giovani da parte del Principe, che ricorda, inoltre, i suoi primi passi nel mondo del calcio: "Io ho cominciato a 6 anni a giocare a calcio, ma lo faccio sempre per passione. Ho avuto anche la fortuna di avere dei genitori che mi portavano sempre a giocare ma senza pressarmi e che sempre mi hanno lasciato scegliere con totale libertà. Ovviamente mi dicevano che per prima cosa dovevo studiare, ma non mi hanno mai pressato, così piano piano sono diventato calciatore, con molta tranquillità e senza l'ossessione di arrivare in prima squadra. Credo che questo sia fondamentale. Quando sei ragazzino devi pensare soprattutto a divertirti e a non avere aspettative perché non è facile arrivare a giocare a grandi livelli. Posso considerarmi fortunato. Due fratelli ad alti livelli? Niente di forzato, è stato un percorso naturale".
Si parla poi di famiglia e in particolare del piccolo Leandro Milito, figlio di Diego: "E' ancora piccolo, ha sei anni, ma il calcio gli piace molto e frequenta i Leoni di Potrero. Quando posso vado sempre a vederlo. E' l'unico mancino, ha preso dallo zio (Gabriel Milito, ndr)".
Sulla squadra e sulla stagione: "Credo stia facendo un ottimo campionato, al di là degli ultimi risultati, ma credo sia normale, la nostra è una squadra in costruzione, con un allenatore nuovo e con tanti giovani che bisogna far crescere. Credo ci sia ampio margine di miglioramento perchè i nostri giovani hanno molto futuro davanti a sè, ma devono fare esperienza".
"Arrivare tardi ad alti livelli", la sua risposta in merito ad un tifoso: "Non mi pento di nulla. Ricordo che ci fu una possibilità di andare all'Inter prima di approdare al Real Saragozza, i nerazzurri di allora era una grandissima squadra e magari avrei avuto meno spazio, quindi non mi pento della scelta che presi".
Scorrono le immagini della sua presentazione in nerazzurro: "Faceva un caldo incredibile (ride, ndr). È stato bello, credo sia il sogno di tutti i calciatori arrivare in una squadra così. Io a 30 anni all'Inter? Ovviamente uno vuole arrivarci più giovane, ma è il sogno di ogni calciatore quello di essere in una grande squadra e lottare per grandi traguardi e io l'ho realizzato così. Devi essere anche preparato mentalmente. Come ho detto, per me è un orgoglio giocare nell'Inter".
I migliori attaccanti con i quali ha giocato: "Tantissimi, da parte mia cerco sempre di adattarmi al mio compagno di reparto, è una delle mie caratteristiche e cerco di mettere sempre a proprio agio il partner. In questo momento dico Rodrigo (Palacio, ndr) e mi spiace che, per ora, non abbiamo potuto giocare tanto insieme. Nel nostro attacco siamo tutti diversi, ognuno ha le sue caratteristiche".
Differenza tra il derby di Genova e di Milano: "Entrambi meravigliosi, anche se, ovviamente, quello milanese è più importante a livello di posta in palio. Nel Genoa ho avuto la fortuna di giocare bellissime partite, Inter-Milan è una gara mondiale".
Hobby: "Sono molto tranquillo, cerco di passare tanto tempo con la mia famiglia e i miei figli, avendo poco tempo a disposizione, soprattutto ora che lavoro il doppio per via del recupero".
Derby occasione per il riscatto, l'augurio di Diego: "Lo spero, non è una gara come le altre, ma sono molto fiducioso perchè ci stiamo preparando molto bene".
Finale Bayern Monaco-Inter, i pensieri prima della gara: "Eravamo molto fiduciosi, avevamo preparato la partita benissimo durante la settimana e sapevamo quello che sarebbe capitato, poi, in partita. La doppietta? Qualcosa di unico, anche se sinceramente io ho sofferto di più nella gara di Siena. Quel cross di Rosi mi ha "paralizzato il cuore" (ride, ndr)".
Nuova ipotetica regola nel calcio: un rigore assegnato durante i 90', che verrebbe poi eseguito alla fine della gara: "Noi in partitella a volte lo facciamo già (ride, ndr). Poi adesso che non fischiano un rigore per noi... chi li calcia bene? Palacio li può calciare tranquillamente, come Alvarez ed altri".
Traguardo Champions e Lavezzi all'Inter, cosa pensa il Principe? "Non parlo di mercato, anche se Ezequiel è un ottimo giocatore, ma adesso è al PSG. Per quanto riguarda il piazzamento europeo, credo che l'Inter meriti questo traguardo. Lavoriamo per questo".
Musica ascoltata: "Eros Ramazzotti, Ligabue, un po' di tutto..."
Legami particolari con i compagni di squadra: "Vado d'accordo con tutti, con Cambiasso, Zanetti, Samuel, Palacio specialmente, perchè sono argentini e li conosco da più tempo. Ringrazio, comunque, veramente tutti per l'apporto che mi hanno sempre dimostrato, a partire dallo staff medico. Non dimentico i messaggi degli avversari, mi hanno fatto molto piacere".
Se non fosse diventato calciatore: "Credo che avrei fatto il commercialista. Ho fatto anche un paio d'anni di università, ma poi per il calcio ho dovuto abbandonare".
Compagno di nazionale con il quale hai legato di più: "I nostri argentini interisti".
Paura di volare? "No".
Che domanda faresti ai giornalisti: "Non una, ma tante (ride, ndr)".
Punto debole e di forza: "I miei figli, sono loro, soprattutto mia famiglia. Il mio punto di forza è la testa".
Rapporto con la cucina: "Non sono capace a cucinare, mentre il mio piatto preferito è la carne argentina".
Scaramanzia: "Nel modo giusto, ma niente di particolare".
Il miglior calciatore del mondo: "Messi, sicuro. Confronto con Cristiano Ronaldo? Lionel è impressionante".
Il primo pensiero al mattino: "Che sonno! Poi devo portare i bambini a scuola".
Il primo pensiero sentendo la parola "Inter": "Un sogno".
Come finisce quest'anno? "Spero nella Champions League".