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Milito: "Ho nel cuore quel 4-0 al Milan. Mancini la base dell'Inter di Mou"

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: Gazzetta dello Sport

In vista del derby di Milano che si giocherà domani, La Gazzetta dello Sport ha intervistato uno dei protagonisti delle stracittadine degli ultimi anni per i nerazzurri: l’eroe del Triplete Diego Milito. L’attaccante argentino ora milita nel campionato argentino, al Racing Avellaneda.

Otto derby di Milano giocati: cinque vittorie, 6 gol segnati, una tripletta: perché lei non sbagliava mai quella partita? 
"Non è vero: in quello del novembre 2010 con Benitez non avevo fatto schifo, ma siamo lì. E mi ero pure infortunato". 
Sì, ma Abate con lei ha rischiato l’esaurimento nervoso... 
"Boh, dicevano che marchiavo i derby, ma era soprattutto il derby a marchiare me. Ogni volta che entravo a San Siro per quella partita sentivo qualcosa in più dentro la pancia: per l’ultima esattamente come per la prima, non mi è passata mai". 
Dormiva, prima di giocarlo? 
"Dormivo, ma era un sonno ansioso. Ancora adesso, è una cosa che mi dà vita e che mi dirà quando sarà ora di smettere: vorrà dire che mi si è spento qualcosa nella testa". 
Oggi è al Racing perché non era ancora ora? 
"Già da gennaio mi ero sentito sempre meglio, poi con il Racing ho giocato 14 partite su 17 e ho segnato 5 gol: per un vecchietto non c’è male". 
Neanche un piccolo rimpianto, a parte quello di aver giocato troppo poco con Palacio? 
"Nella vita succede quello che deve succedere, adesso conta solo che io sia felice: lo sono". 
Palacio un po’ meno: ma può essere davvero colpa anche di quel gol sbagliato al Mondiale?". 
"Rodrigo è uno che si martella abbastanza, il problema è che a quel Mondiale gli hanno martellato, e infiltrato, molto anche la caviglia. Ma il peggio è passato, lo sento spesso al telefono e lo sento molto meglio: sono sicuro che giocherà un grande derby. E che il 4-3-1-2 sarà il suo paradiso, potrà fare quel lavoro sporco da seconda punta che gli piace tanto". 
E da finto trequartista come lo vedrebbe? 
"Già fatto: io, lui e Cassano alla Juventus Stadium vi dice niente?». 
Cosa vi dicevate, prima di un derby? 
"Parlavamo soprattutto di quello che i tifosi si aspettavano da noi, ci dicevamo che c’è un campionato prima del derby e uno dopo. E che quella partita lì non si gioca, si vince". 
Dentro il cuore quale si porta? 
"La prima più di tutte: 4-0 fuori casa, gol bellissimi, uno mio, due assist. Di solito i derby sono partite dure, non te le godi: quella l’abbiamo stravinta e ce la siamo stragoduta, in campo ci sentivamo leggeri, forti. Ecco, soprattutto forti". 
Molto più forti dell’Inter di oggi? 
"Anche questa è forte: ho visto molte partite, pure quella con il Cagliari purtroppo, e la mia impressione è che serva solo un po’ di tempo". 
Ma di tempo ce n’è poco, l’ha detto anche Mancini...
"Lui lo sa: in certe piazze è la storia a chiederti di vincere, presto e il più possibile. Però ha un vantaggio, e non è solo quello di conoscere l’ambiente, la Pinetina, San Siro. Soprattutto conosce il significato di essere l’Inter ed essere all’Inter. Aveva messo le basi ad una casa che Mourinho ha reso perfetta, può mettere le basi per costruirne un’altra". 
E i gol che Milito segnava per Mourinho li può segnare Icardi per Mancini? 
"Siamo diversi in quasi tutto: lui dà il meglio dentro l’area, io dopo un po’ mi stufavo di stare solo lì dentro. Ma trovo Icardi impressionante per quello che fa nonostante sia così giovane e per quanto può migliorare ancora". 
Quando la rivediamo a Milano? 
"Il 7 dicembre finisce il campionato e il 9 sono lì. Ma riparto il 15: non vedrò l’Inter, purtroppo". 
Il vicepresidente Zanetti sì, però 
"Siete voi che non avete ancora visto il meglio di Zanetti da dirigente. Anche a lui serve solo un po’ di tempo: come all’Inter". 


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