Milito immenso, ma la difesa vede (rosa)nero: pari difficile da digerire
Troppo bello per essere vero. L’Inter soffre, va sotto, si rialza e arriva a un passo dalla vittoria in una delle più pazze partite della storia recente nerazzurra, contro un Palermo con cui il gol è un’abitudine ormai fissa. Termina 4-4, con un Milito spettacolare (poker) ma non sufficiente a portare a casa i 3 punti. Pessima stecca nella serata sbagliata, e nel modo peggiore, quando bastava difendere un sofferto 4-3 e si è rimediato il pari a 5 minuti dalla fine in contropiede.
Prima annotazione: su tre campi di serie A non si è giocato causa neve. A Milano invece l’uso dei teloni ha scongiurato il rinvio di Inter-Palermo, salvaguardando il calendario ma danneggiando non poco lo spettacolo. Terreno infarinato e spalti semideserti sono il risultato di uno spettacolo rovinato in partenza. Ma the show must go on, dunque… A infreddolire ulteriormente i tifosi interisti in tribuna e davanti alla tv è il Palermo, che inizia bene e trova il gol su azione d’angolo con Mantovani, bravo sul secondo palo ad approfittare di uno svarione difensivo (17’). Nulla di grave, perché 5 minuti dopo è Milito a rimettere tutto a posto con un diagonale preciso dopo aver raccattato un pallone in area di rigore.
Al di là del botta e risposta, complessivamente l’Inter non riesce a fare la partita come vorrebbe. Sneijder, che tende a spostarsi sulla sinistra ma quando ha la palla prova sempre a creare qualcosa di buono. Prima del pareggio del Principe, sono i rosanero a trasmettere le migliori sensazioni, salendo con una certa sintonia in zona d’attacco. L’1-1 cambia un po’ le carte in tavola e i nerazzurri acquisiscono sicurezza, spingendo ottimamente sulle fasce. L’apice delle opportunità nel primo tempo arriva allo scadere, quando Cambiasso e co. non riescono a mettere in rete un pallone che la difesa del Palermo ribatte sulla linea di porta, facendo letteralmente muro.
Il calcio è strano, a volte crudele, perché in avvio di ripresa, forte dell’1-1 difeso con le unghie, il Palermo torna avanti con un sinistro velenoso di Miccoli, che brucia Ranocchia e lascia di stucco Julio Cesar e i tifosi della Beneamata. Proprio Milito potrebbe pochi minuti dopo trovare l’immediato pari come nel primo tempo, ma manda largo il sinistro con Pazzini in ottima posizione. Egoismo da bomber. Il riscatto però è dietro l’angolo: Nagatomo d’incunea nell’area rosanero e costringe Munoz alla trattenuta vistosa: rigore del Principe e 2-2, ancora 5 minuti dopo il vantaggio del Palermo, come nella prima frazione.
E proprio come nella prima frazione, trovato il pareggio l’Inter inizia a macinare gioco offensivo, sfondando sulle fasce, soprattutto quella mancina, dove un Nagatomo versione Ufo Robot corre come se fosse trainato da una slitta sulla neve. Ma il proscenio è di Milito, che dopo aver sfiorato la prima tripletta in nerazzurro (buco di testa sotto rete) si prende il lusso di saltare Viviano e depositare in gol un pallone arrivatogli sul filo del fuorigioco. Dopo la pausa di Lecce, l’argentino si fa perdonare con gli interessi. Non merita perdono invece la difesa dell’Inter, che si fa sorprendere ancora da Miccoli (66’), addirittura di testa in tuffo su cross-sassata di Balzaretti. Tutto da rifare.
È qui che Ranieri sorprende, sostituendo Poli (buona prova) con il nuovo arrivato Palombo e Sneijder con Obi (si va al 4-4-2). Proprio l’ex sampdoriano si fa subito apprezzare con un’apertura panoramica per Zanetti (appena spostatosi a destra) che dà il via all’azione del 4-3, ancora firmato da uno strepitoso Diego Alberto Milito (68’), in spaccata di sinistro, dopo una spizzata involontaria di Pazzini. E se un cross successivo di Maicon non avesse transitato fuori dalla linea di fondo, il bomber avrebbe addirittura fatto cinquina. Almanacco alla mano, l’ultimo pokerista in casa nerazzurra è stato Bobo Vieri (4-0 al Brescia, dicembre 2002).
Il freddo e la neve regalano al calcio italiano una partita divertentissima, in cui i valori sono alterati da un terreno inaffidabile ma il talento dei protagonisti si vede, eccome. Si pensi a Miccoli, che all’85’ riceve un lancio dalle retrovie e batte per la terza volta personale Julio Cesar, in versione Gareth Bale. Rete quasi fotocopia del momentaneo 1-2, che inchioda la retroguardia di Ranieri alle proprie responsabilità e costringe l’Inter a un pareggio interno inaspettato, stop che impedisce ai nerazzurri di guadagnare posizioni in classifica e li allontana dal terzo posto.