Mkhitaryan: "Chivu all'Inter in un momento non facile. Lui e Inzaghi sono diversi, ci ha dato energia e fiducia"
Dopo le anticipazioni circolate negli scorsi giorni, Cronache di Spogliatoio pubblica l'intervista completa di Henrikh Mkhitaryan (QUI il video completo). L'armeno parte da un commento sulla stagione in corso: "Abbiamo iniziato non male. Direi che potevamo iniziare anche meglio, ma stiamo facendo il nostro percorso, quello che vogliamo - esordisce -. Ovviamente siamo a metà strada, bisogna finire il campionato e poi alla fine si può parlare in quale posizione siamo arrivati in classifica. E ovviamente se abbiamo raggiunto i nostri obiettivi o no. Però, come sapete, l'Inter sempre lotta per gli obiettivi più alti possibili, per quello facciamo tutto per per vincere o per essere in alto".
Se torni indietro a giugno e al Mondiale per Club cosa pensi? Cosa avete vissuto con l'arrivo di Chivu?
"Ovviamente non bisogna dimenticare il percorso che abbiamo fatto e quella stagione lunghissima che abbiamo avuto, perché abbiamo lottato per tutti gli obiettivi fino in fondo. Se non mi sbaglio abbiamo giocato 63 partite che sono veramente tantissime. Ovviamente Chivu ha preso la squadra in un momento non facile perché eravamo mentalmente giù dopo la sconfitta di Champions, però questo è il calcio e lui ci ha dato tanta fiducia e tanta energia per dimenticare quel quel giorno, quella partita e pensare alla stagione che c'era davanti a noi. Adesso ovviamente abbiamo dimenticato tutta la stagione scorsa e stiamo pensando solo a questa".
Avete avuto bisogno di un mental coach dopo il finale della scorsa stagione?
"Nel calcio è normale che un giorno vivi un giorno che stai mentalmente bene, il giorno dopo magari sei mentalmente giù. È una cosa normale anche quando vinci sei mentalmente più forte rispetto a quando perdi. Dopo quella sconfitta ovviamente tutta la squadra, tutto il popolo interista sono stati veramente con la testa bassa perché era una grande delusione, però poi piano piano abbiamo capito che così non si poteva cambiare il futuro e non si poteva lottare per gli obiettivi che abbiamo davanti. Poi Chivu come allenatore ci sta dando tanta energia, come ho detto prima, ci ha cambiato un po' tutto e adesso abbiamo, diciamo, quella partita dietro le spalle e stiamo pensando solo alle prossime partite".
Chivu vi ha aiutato anche con le sue frasi?
"Allora, lui è stato soprattutto un calciatore fortissimo e ha vissuto questi giorni, questi momenti, questi episodi di vita da calciatore e sa benissimo cosa stavamo vivendo. E con alcune frasi ovviamente ci hanno dato tanta fiducia e speranza, ci ha dato un'energia per essere più forti mentalmente e poter voltare pagina. Ha ragione quando dice che il passato non lo puoi cambiare più. L'unica cosa che puoi cambiare è crearti un bel futuro. È quello che vogliamo fare e stiamo seguendo le sue idee, stiamo provando a migliorare ogni giorno, ogni allenamento e andiamo avanti così".
Come si è approcciato a voi?
"Lui dal primo giorno non ha mai pensato e non ha mai voluto cambiare la squadra, nel senso che non bisogna dimenticare che non è facile avere un allenatore come Inzaghi per 4 anni e poi portare Chivu e avere un grande cambiamento. Ovviamente sono due allenatori diversi, ognuno ha le sue idee, la sua filosofia e Chivu, essendo una persona e allenatore intelligente, ha capito cosa deve fare e cosa non fare. La cosa più importante è che ci ha unito tutti noi e ci ha fatto credere che insieme si può arrivare dove vogliamo arrivare".
Chivu aveva speso belle parole per te.
"Sì, mi fanno piacere ma ricordiamo che sono di un anno fa. Quello che hai fatto due giorni fa, una settimana fa, un mese fa, non basta per il calcio. Devi dare il tuo meglio ogni giorno per aiutare la squadra, per far vedere che sei pronto a giocare. Ovviamente avendo 36 anni non è facile, però grazie ai miei compagni, allo staff e allo staff medico sto facendo il mio meglio per contribuire ancora e dare il miglior Mkhitaryan possibile. I dati sono una cosa a cui non faccio attenzione perché dipende dal gioco e dal modo in cui giochi. Faccio il mio lavoro, poi siete voi a vedere i dati".
Cosa ricordi degli Euroderby di Champions?
"Ognuno deve dare il suo contributo, queste partite non si vincono in undici ma con tutta la rosa. Il mister ne sceglie undici, gli altri devono dare una mano con l'atteggiamento e la fiducia. Abbiamo lo stesso obiettivo, l'importante è che l'Inter raggiunga l'obiettivo. Eravamo felicissimi perché giocando una semifinale di Champions contro il Milan e segnare un gol mi ha dato tanta gioia e felicità".
Porti con più piacere quella partita o il derby che vi ha dato la Seconda Stella?
"Ma sono partite diverse, non bisogna dimenticare che una la prima era una partita di Champions e l'altra una partita di campionato. Ovviamente ognuno ha la sua importanza. Sono bei ricordi perché giocando contro il Milan, facendo gol, vincendo la Seconda Stella, ovviamente fa piacere a tutti, indipendentemente in che competizione stai combattendo contro di loro".
Nel resto dell'intervista Mkhitaryan tocca anche temi personali come il rapporto con il padre (RILEGGI QUI), i primi ricordi che lo legano all'Inter (RILEGGI QUI) e all'ex nerazzurro Hernanes (RILEGGI QUI).