Mkhitaryan: "Un'altra finale di Champions, ci crediamo. Scudetto? Campionato diverso, ma ho fiducia"
Henrikh Mkhitaryan si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera. Tanti i temi toccati, partendo dalla finale di Champions League persa a Istanbul ormai un anno e mezzo fa. "Tutti pensavano che il City ci facesse quattro gol invece abbiamo giocato benissimo e meritavamo di pareggiare e poi anche vincere. Tornarci sarebbe un sogno, anche se la strada è più lunga di due anni fa. Però ci crediamo: siamo fiduciosi di poterci arrivare di nuovo". Nega, però, il centrocampista, che la squadra abbia più la testa alla Coppa che allo scudetto. "Tutti gli obiettivi sono uguali".
L'avvio di stagione.
"Nonostante l’esperienza e la voglia che ho, sono partito malissimo. Non è facile e non me l’aspettavo, ma mi sto ritrovando e sto abbastanza bene. Sono molto critico con me stesso. Il confronto è con l’Inter dell’anno scorso, ma noi stiamo facendo il massimo e stiamo dando il 100%. Sappiamo che abbiamo concesso tanti gol e non abbiamo sfruttato tutte le nostre occasioni, ma stiamo lavorando per arrivare al livello dell’anno scorso. In tanti vogliono vincere questo campionato, noi per primi. Abbiamo perso punti che non dovevamo perdere, altrimenti saremmo già in testa. Sappiamo che è un campionato diverso e che dobbiamo fare meglio. Sono fiducioso".
Età media alta in squadra.
"L’età è solo un numero e se non vinciamo una partita non è per l’età. Segreti per restare giovani? Provo a dormire e a mangiare meglio possibile: evito glutine, zuccheri e lattosio, su consiglio del nostro nutrizionista Pincella. E poi c’è l’aspetto principale: allenarsi bene. Mi piacerebbe giocare sempre, ma abbiamo la rosa lunga e le scelte le fa l’allenatore. Però sono gli ultimi anni della carriera e più gioco, più mi diverto".
Il telefono spento tre giorni prima di giocare.
"Succedeva in Ucraina. Ma in realtà lo spegnevo dopo le partite, proprio perché ero molto autocritico. Uso il telefono il meno possibile. Ho due bambini piccoli e non voglio che mi vedano passare il tempo con lo smartphone in mano. Si vede subito chi è intelligente in campo e fuori dal campo. Ho avuto anche compagni che facevano finta di essere intelligenti in campo, ma fuori non lo erano".
Lucescu, Klopp, Mou, Wenger, Inzaghi: il rapporto con gli allenatori.
"Vorrei prendere le qualità umane e tecniche da ognuno per creare l’allenatore perfetto. Inzaghi? È bravo come tecnico e come persona e non lo dico perché è il mio allenatore. Con lui scherzo, ma conosco i limiti. Invece da giovane purtroppo la pensavo in modo un po’ diverso. Pensavo che un allenatore non potesse essere un amico, che ci fosse una barriera. Adesso che capisco tutto, è più facile per me".
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