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Moratti, carezza a Balotelli: "Gli perdonerei tutto. Ma riprenderlo..."

di Christian Liotta

Il quotidiano Il Giorno è riuscito a sentire Massimo Moratti, che ha parlato di diversi temi legati in particolar modo agli Europei del 2012 e alla sfida degli azzurri contro l'Inghilterra di domenica. Inghilterra guidata dal suo primo tecnico scelto per l'Inter, Roy Hodgson: "Hodgson mi è sempre piaciuto per la sua lealtà, la sua cultura e la sua educazione – dice il numero uno nerazzurro- Purtroppo nel nostro paese non è stato abbastanza apprezzato".

Che ricordo ne ha?
"E’ un tecnico competente. Molto pragmatico, come dimostrano anche i risultati fin qui ottenuti all’Europeo dall’Inghilterra. E infatti io certi commenti non li capisco…".

Quali commenti?
"Senta, alle tv italiane non fanno altro che ripetere che ben più pericolosi sarebbero stati i Bianchi con Fabio Capello in panchina…".

Lei non condivide, presidente?
"Mi lasci dire che io ammiro tanto Capello, anche se il mio ideale di allenatore è Zeman, un personaggio che adoro. Ma non mi pare che con Hodgson l’Inghilterra sia in difficoltà! Ha fatto 7 punti come la Spagna, meglio hanno fatto solo i tedeschi!".

Insomma, troppa gente parla a vanvera.
"Ah, sicuro. Senta questa. L’Italia gioca contro l’Irlanda del Trap e raccontano che io ho pagato Keane 40 miliardi di vecchie lire. Ora, abbia pazienza, io 40 miliardi di vecchie lire li ho spesi solo per Ronaldo, che tra l’altro ho rivenduto a più di ottanta, guadagnandoci una barca di soldi. Keane lo pagai meno di 10 e non era un brocco. Ma è meglio lasciar perdere".

Domenica chi parte favorito?
"Tifo azzurri, ci mancherebbe. Mi trasmette fiducia Prandelli, che è persona prudente e preparerà la partita senza ascoltare le tv. Ma dobbiamo ricordare a noi stessi che Hodgson a volte può lasciare in panchina uno come Carroll. Presi uno per uno, probabilmente i nostri avversari sono più forti".

Beh, noi abbiamo Balotelli.
"Ah, Mario! Io sono sempre disposto a perdonargli tutto".

Ma è stato lei a venderlo al Manchester City, caro Moratti.
"Era la cosa da fare, in quel momento. Anche nell’interesse del ragazzo".

Come ne giudica, da lontano, gli atteggiamenti?
"Guardi, io mi sono fatto un’idea. Conosco Mario da quando era un bambino, o quasi. Ha una famiglia meravigliosa, che lo adora e lo protegge. E lui ricambia questo affetto, perché è buonissimo d’animo. Però…".

Però?
"Insomma, c’è qualcosa in lui che lo rende diffidente nei confronti di chiunque. Anche di chi, come ha fatto Prandelli chiamandolo in nazionale, gli dimostra stima. Prenda la scena dopo il gol agli irlandesi…".

Come l’ha interpretata?
"Eh, ci vuole una tremenda forza interiore, per reprimere la gioia che ti viene spontanea dopo una prodezza tanto importante! Balotelli è così. Bisogna prenderlo com’è, senza pretendere di cambiarlo".

Lei contro gli inglesi lo farebbe giocare?
"Certamente sì. E dal primo minuto".

Lo riporterebbe all’Inter?
"Sto costruendo una squadra di giovani. Con i problemi che abbiamo in Italia, ci sono investimenti che non si possono più fare".
 


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