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Moratti: "Mille emozioni dentro di me. Tifosi, ora però non aspettatevi Bale"

di Alessandra Stefanelli

Sull'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport troviamo un'intervista al presidente dell'Inter Massimo Moratti, che racconta la trattativa con Erick Thohir e spiega cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova gestione indonesiana:

Siamo davvero ai saluti, dottor Massimo Moratti, o potremo continuare a chiamarla presidente?
"Almeno sino all'assemblea dei soci, credo di sì".

E dopo?
"Vedremo. Di sicuro resto in società col 30%, quindi non abbandono l'Inter".

Quindi teniamo aperta la porta al suo pieno coinvolgimento in questa nuova avventura? Difficile pensare alla sua vita senza l'Inter.
"Infatti continuerà a esserci, è certo, non credo riuscirei ad abituarmi a un ritmo di vita diverso. Sulla questione della presidenza al momento non sono in grado di dare una risposta definitiva in quanto non dipende solo da me. C'è bisogno di un confronto con i nuovi azionisti di maggioranza, con tutti e tre. Perché una cosa è fare il consulente, altra cosa è essere un punto di riferimento preciso. Ci incontreremo, sentirò il loro parere, esaminerò le loro idee, le loro proposte e poi
deciderò".

Beh, ma Thohir ha fatto sapere di essere assai contento di averla come partner, dice che è nel suo stile sfruttare l'esperienza di chi conosce meglio di lui le situazioni. Sembra un chiaro invito.
"Lo verificherò nei prossimi incontri".

Il popolo dell'Inter vede in lei la garanzia della competenza: questi indonesianiamericani saranno pure dei bravissimi uomini di affari, ma il calcio è assai diverso dal basket.
"O palla nel cesto, come ha voluto rimarcare un suo collega… Non so, non siamo ancora scesi nei dettagli tecnici. In questi mesi i confronti diretti sono stati pochi, si è cercato di confezionare una operazione che fosse positiva soprattutto per la consistenza della società".

E adesso che il tutto si èconcluso cosa prova?
"Il sollievo di aver messo la cosa in buone mani, aver aperto all'Inter nuovi orizzonti".

Quindi non ha buttato via la penna con la quale ha firmato la cessione delle quote?
"Dentro di me ci sono mille emozioni, però questo non è il momento giusto per liberarle né per renderle pubbliche. Bisogna che tutto vada perfettamente sino al closing. La firma? E’ stata una cosa strana perché io ero in uno studio legale, uno di loro si trovava a Los Angeles, un altro a Hong Kong e un terzo a Mosca".

Lei parlando con le tv li ha definiti 'brave persone'.
"Anche buone, mi pare dibaver detto. In effetti mi hanno fatto un’ottima impressione, abbiamo instaurato un rapporto
eccellente. E credo siano capaci di fare quello che devono fare".

Anche di comprare il nuovo Ronaldo?
"Beh, l’operazione di mercato che davvero impressiona è quella di Bale e non credo che i tifosi nerazzurri possano aspettarsi qualcosa di simile. Le idee di base mi sono parse altre, poi però intervengono i sentimenti, la competizione con i rivali, chissà... Loro hanno le potenzialità per fare bene. Ma, ripeto, la questione prettamente sportiva va esaminata con calma, finora i discorsi sono stati riferiti all'espansione del club sui mercati mondiali, sulle strutture commerciali e finanziarie".

Forse non è stato l'acquisto più costoso della sua gestione ma nella hit dei suoi campionissimi Ronaldo è il disco di platino?
"Non amo queste classifiche, le trovo penalizzanti per tanti altri grandi giocatori che hanno vestito la nostra maglia e verso i quali conservo un sincero affetto".

Tipo Alvaro Recoba, Javier Zanetti…
"Djorkaeff, Figo, Zamorano, quelli della tripletta, certo. Tantissimi campioni, tantissimi bravi ragazzi. Li ho in mente tutti. E se fossi riuscito a prendere pure Cantona avrei vinto più titoli".

E gli allenatori? Mourinho a parte, chiaro.
"Beh, lui e Mancini hanno vinto tanto, ma io serbo un ricordo positivo anche di chi ho esonerato. Prendiamo Simoni, c'è autentica stima fra noi e lui, è sempre molto carino"

Simoni non vale: Gigi tifa Inter e poi le regalò la Coppa Uefa, il suo primo trofeo.
"Ma è rimasto un eccellente rapporto anche con Roy Hodgson, che oggi guida l'Inghilterra e non una squadretta. Lui la coppa la perse incredibilmente in finale eppure gli vorrò sempre bene".

La partita che non potrà mai dimenticare?
"Ne cito due, a parte la finale di Madrid. Siena-Inter dello scudetto, difficilissima, un incubo... E l'eroica resistenza del Camp Nou: in dieci contro il magnifico Barça".

Donna Milly sarà contenta adesso: si è sempre lamentata che l'Inter la portava via.
"Eh, ma le mogli sono strane: quando la presi non mi parlò per una settimana. E ora che l'ho venduta, lo stesso".


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