Moratti nella Hall of Fame: "Il mercato spetta a Thohir. Messi? Spero che..."
Massimo Moratti è uno degli otto personaggi che quest'oggi entrano ufficialmente nella Hall of Fame del Calcio italiano, iniziativa creata dalla Figc e dalla Fondazione Museo del Calcio con lo scopo di celebrare e ricordare le figure maggiormente rappresentative ed emblematiche della tradizione del calcio di casa nostra, e giunta quest'anno alla terza edizione. Moratti entra nella categoria dirigente italiano, succedendo così ad Adriano Galliani e Giampiero Boniperti, con la seguente motivazione, letta dal direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti: "Nel romanzo epico del calcio italiano, interpreta come nessun altro il ruolo dell'ultimo mecenate, il presidente tifoso che si gioca tutto per una fede. Simbolo incrollabile e rassicurante delle nostre passioni, uomo innamorato dell'Inter, la sua carriera è suddivisa in due momenti: la Coppa dei Campioni alzata dal padre e quella alzata cinquant'anni dopo a suo nome, all'apice di una carriera fatta di vittorie e delusioni. E' il patron che ha vinto di più nella storia dell'Inter. Nell'anno in cui lascia l'Inter, entra a pieno titolo nell'albo d'oro".
Intervenuto a Palazzo Vecchio a Firenze, Moratti afferma davanti ai presenti: "E' stata una fortuna, per tutta la mia famiglia, essere a conduzione dell'Inter e vincere un po', il che ha dato soddisfazione al nostro cuore e a quello dei tifosi. Adesso io credo che sia il momento di mettere ordine, internazionalizzando nel business la società. Ma questa è una vita, ha dato una grande soddisfazione. A Erick Thohir auguro di appassionarsi e credo lo stia facendo, ha un bel carattere e li capiterà. E poi di soffrire meno possibile e avere le soddisfazioni che arrivano quando lavori bene e hai fortuna". Sull'insegnamento di Moratti padre sulla presidenza dell'Inter Moratti aggiunge: "Vedevamo Paolo Rossi in tivù, io dicevo: 'Avere uno così' e lui mi disse di provare, perché sono esperienze importanti e utili per qualsiasi mestiere vuoi fare".
Tornando ai nuovi proprietari indonesiani e a come la sua famiglia ha preso la decisione di cedere la maggioranza, Moratti ha spiegato: "In famiglia i sono comportati tutti bene con me, sanno che mi è dispiaciuto molto quindi mi maneggiano con cura. Se augurerei ad Angelomario di fare come mio padre con me? Mio padre mi disse che dovevamo divertirci... Ognuno deve fare le cose in base alla propria coscienza, questa è una scelta fatta con incoscienza, quindi non so se augurare incoscienza ai miei figli; di certo la passione rimane in tutta la famiglia. Soffro allo stesso modo per una partita? Anche io speravo di soffrire di meno". L'omaggio portato alla Hall of Fame è una targa in ricordo del Triplete 2010. Arrivano anche i ringraziamenti di Giancarlo Abete, presidente della Figc; poi, una domanda sul mercato. Chi lo farà? "Credo sia diritto di chi subentra di fare questo sacrificio. Poi Thohir dice che sarà un mercato fatto tutti insieme, ma alla fine sarà l'allenatore a convincere il proprietario a fare quello che è necessario. Messi? Spero per lui che non lo obblighino a fare questa cosa...".