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Moratti ricorda Facchetti: "Ci manca, ma è nel cuore di tutti noi"

di Alberto Santi
Fonte: inter.it

Si è conclusa da pochi minuti la presentazione del libro "Se no che gente saremmo", scritto da Gianfelice Facchetti. Presenti allo spazio Oberdan di Milano, diversi personaggi legati all'Inter e, sopratutto, a Giacinto. Massimo Moratti, visibilmente commosso, ha voluto ricordare così il numero 3 nerazzurro: "Quello che ci meraviglia è che non sia qui tra noi, ma questo conta poco, lo dico da estimatore e da amico. Giacinto era bello e giovane nelle idee, la sua è una storia di belle persone, anche mio padre era bello. La famiglia tiene alto il suo nome, fa piacere che sia nel cuore di tutti, che la sua storia sia stata bellissima, a fianco di Herrera, però mi spiace che non ci sia".

Il presidente non è stato l'unico a ricordare Facchetti, tra i presenti in sala c'erano anche Francesco Toldo, Ivan Cordoba, Tronchetti Provera, Beppe Severgnini, Gaetano Curreri, cantante degli Stadio, Roberto Boninsegna, Bedy Moratti e Lella Costa. L'ex portiere nerazzurro ha sottolineato come Facchetti fosse 'un presidente in grado di capire la squadra, sia nelle sconfitte che nelle vittorie', concetto ribadito dal difensore colombiano, che ha detto: "Sapeva darci una spinta in più". Per la sorella del presidente, Giacinto era "un Nembo Kid conosciuto quando ero giovanissima come lui e poi il compagno equilibrato di tante partite viste insieme".

Il cantante degli Stadio, che gli ha da poco dedicato una canzone, racconta come lui sia stato "educato da Giacinto, pur senza averlo conosciuto". Bonimba, che di Facchetti è stato compagno di squadra anche nelle giovanili, ha affermato: "Uno che dopo sette anni passati insieme in campo, e dopo molto altro, mi ha riportato a casa, all'Inter, come osservatore". Marco Tronchetti Provera ha voluto ripulire ancora il nome di Giacinto, sottolineando che "vedeva il bene nelle persone e rimaneva meravigliato dal male, ricordarlo è venirlo a trovare, ci viene naturale". Beppe Severgnini ha voluto chiudere definendo "blasfeme le ombre gettate sulla figura di Giacinto, quando tenteranno ancora di paragonare all'imparagonabile, alzeremo la voce, se no che gente saremmo?"


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