Moratti: "Thohir scelta giusta. Mou? Lavoratore umile. Su Juve e tifosi..."
Massimo Moratti, presidente onorario dell'Inter, sarà protagonista della puntata di domani de i "Signori del Calcio" in onda su Sky Sport. L'ex numero 1 del club nerazzurro parla del nuovo corso societario e della cessione della squadra a Erick Thohir. "Sotto un certo aspetto considero talmente giusto, il fatto di aver passato la mano dopo tanto tempo, che tutto questo mi tranquillizza un po', trovo che era una cosa da fare nei confronti della società - spiega Moratti -. Thohir è una persona a cui piace molto questo ambiente in cui è capitato e l'entusiasmo che suscita l'Inter. Si accorge forse che il peso di tutta questa cosa, peso però dal punto di vista della popolarità, è più grande di quello che uno possa comunque immaginarsi da lontano, ma credo che la cosa sia comunque affascinante anche per lui".
Nella sua lunga gestione, i migliori risultati li ha indubbiamente centrati con José Mourinho in panchina. L'anno del "triplete" è legato allo Special One e Moratti ha sempre considerato il portoghese veramente speciale. "José ha una personalita' molto forte, una grande conoscenza del calcio, la capacita' di capire gli altri e poi il senso del comando misurato, giusto, con un certo fascino nei confronti dei giocatori perche' poi la risposta era anche vincente. I giocatori non hanno avuto subito la pazienza di capirlo, poi la seconda parte del primo campionato l'ha vinta facile. E poi era, a suo modo, in certe cose, umile, un umile lavoratore".
Moratti ha anche colto l'occasione per chiarire quelli che sono i rapporti con due rivali storiche dell'Inter, Juve e Milan: "Nel momento attuale con la Juve c’è un ottimo rapporto, così come con la famiglia Agnelli. Poi c’è stato questo intervallo, chiamiamolo così, di partecipazione di altre persone, che hanno creato dei problemi e che quindi hanno peggiorato questi rapporti. Poi, tra Inter e Juve che ci sia tradizionalmente invece antagonismo serio, questo sì e deve rimanere, altroché. Il Milan? Non c’è stata una grande frequenza con Silvio Berlusconi o con il MIlan di per sé, ma anche con Berlusconi personalmente. E' sempre stato gentile e amichevole nei miei confronti ma non ho mai avuto modo di crearmi sentimenti particolarmente di inimicizia o di grande amicizia. Il Milan lo soffri perché sta nella stessa città e ti da fastidio il mattino di trovare in giro mezza città allegra mentre i tuoi sono tristi se perdi".
Anche alcune parole su uno dei più grandi amori calcistici, ovvero Ronaldo: "L’ho trovato sempre molto sveglio, capace di capire al volo gli stati d’animo miei e della squadra. Gli ero affezionato perché era abbastanza generoso, una persona che condivideva le sue sensazioni e i suoi sentimenti. Io non ho mai avuto una grossa frequenza con i giocatori, ma nei momenti in cui li incontri devi avere velocemente una fotografia di quello che possa essere il loro carattere e Ronaldo era quello che ti rimaneva più in mente perché era simpatico".
"Non ho fatto nessun progetto che possa interferire su qualcosa che ho scelto io di cambiare. L'importante è non rimanere con un piede di qua e uno di là". Commenta così Moratti una possibile intromissione da parte sua sulla gesitone Thohir. "Cosa dico agli interisti, se addio o arrivederci? Dico ciao".