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Motta: "Out in finale, ma sento mia la Champions. Mourinho mi disse che..."

di Daniele Alfieri

Pochi mesi fa la sua avventura al Parco dei Principi sembrava essere arrivata al capolinea. Acqua passata per Thiago Motta che in un'intervista concessa a L'Équipe ripensa ai dubbi della scorsa estate, quando aveva anche aperto a un clamoroso ritorno all'Inter: "Dal momento in cui abbiamo deciso di continuare insieme e di rinnovare, il mio impegno è totale, in campo e fuori. Perché il calcio non riguarda solo il terreno di gioco, ma bisogna pensare anche a casa, all'allenamento e tenere a mente l'obiettivo di vincere sempre. In estate ho espresso la sensazione che provavo in quel momento. Sono stato sincero, onesto con il club, con i tifosi e con i miei compagni e soprattutto con me stesso. Non vale la pena rimasticare tutto quanto è accaduto perché era solo quello che sentivo in quel momento. È stata una decisione difficile, ma dopo che l'ho presa ero felice. Ribadisco: sono sempre stato onesto. Quando torno a casa posso dormire tranquillo. Cosa mi ha fatto cambiare idea? Niente in particolare. Abbiamo parlato con il presidente (Al-Khelaifi, ndr), con Olivier (Letang, ndr), con il mister (Blanc, ndr), anche con i miei compagni di squadra che mi sono stati vicini. Tutti sono stati importanti nella mia scelta e ne approfitto per ringraziarli. Inclusi i tifosi che hanno capito la situazione. Sono stati gentili con me".

Blanc e Letang si sono sempre opposti a una sua partenza, ma se Thiago Motta fosse stato al loro posto come avrebbe reagito al suo sfogo? "È una domanda difficile, non sono mai stato direttore sportivo. È un ruolo complicato e Olivier è molto competente. Immagino non sia facile controllare una situazione che non riguarda soltanto un giocatore ma trenta. Olivier, il presidente e il mister hanno fatto bene il loro lavoro. Se ho sofferto una mancanza di considerazione? Non credo. Sin dal mio arrivo al PSG ho sentito la vicinanza dei compagni e dei tifosi. Confermo tutto ciò che ho detto in estate, ma l'importante è oggi. Bisogna pensare al presente e al futuro. Possiamo realizzare qualcosa di bello. Siamo vicini a squadre come il Real Madrid, anche se contro di loro abbiamo perso. Ci manca ancora qualcosa, ma non siamo così lontani".

Capitolo Champions League, in caso di vittoria domani contro il Malmoe il PSG staccherebbe il pass per gli ottavi. Una strana storia quella di Thiago Motta nella massima competizione europea, visto che l'italo-brasiliano ha dovuto saltare entrambe le finali conquistate con Barça e Inter. Con i nerazzurri venne espulso ingiustamente nella semifinale di ritorno al Camp Nou proprio contro i blaugrana. "Ma ho giocato tante partite importanti che hanno consentito alle mie squadre di raggiungere la finale. Per esempio nel 2006 abbiamo affrontato il Chelsea con il Barça (ottavi di finale, 2-1, 1-1, ndr) e io mi sono infortunato al menisco ventisei giorni prima. Il mister (Rijkaard, ndr) mi aveva detto che potevo giocare. E così ho giocato all'andata e al ritorno. Iniesta era in panchina mentre io ero in campo. Dentro di me sento mia quella coppa del 2006. Nel 2010, uguale: ho giocato tutte le partite importanti con l'Inter. Ricordo che dopo aver vinto lo scudetto a Siena Mourinho mi aveva detto: "Ti do quattro giorni di vacanza perché mi fa male vederti allenare ogni giorno sapendo che sei squalificato in finale. Tornerai per la partita". Se mi vedo sollevare la Champions del 2016 a San Siro? È lontano, è lontano. Pensiamo prima a battere il Malmoe".


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