.

Muntari e quella spirale di negatività che lo spinge lontano dall'Inter

di Fabio Costantino

Ormai sembra diventata un'abitudine: Muntari fischiato dal pubblico di San Siro ogni volta che se ne crea l'occasione. L'ultimo episodio, contro l'Udinese, al momento della sostituzione del ghanese, non certo tra i migliori in campo. Dopo l'apice toccato durante Inter-Barcellona, al centrocampista non ne sta andando bene una. Il pubblico lo ha ormai etichettato come un giocatore 'stonato' nel gruppo nerazzurro, non gli perdona nulla, non dimostra pazienza nei suoi confronti nonostante in campo l'mpegno, da parte sua, non manchi mai. Prima si è parlato di Ramadan, oggi il discorso è più complesso: riguarda la psicologia di un ragazzo che, pur sentendo vicini i compagni di squadra, che lo hanno apertamente sostenuto nel momento più delicato, medita di cambiare una volta per tutte aria. Fosse per lui, non si muoverebbe da Milano, come ha dichiarato più di una volta nonostante la spietata corte di Harry Redknapp, manager del Tottenham che lo ha già allenato al Portsmouth. Ma ora la situazione è diversa, le certezze di qualche settimana fa non sembrano più così solide. Difficile dargli torto, il rumore assordante dei fischi riecheggia probabilmente ancora nella sua testa. Qualche prestazione negativa di troppo ha dato vita a una spirale di problematiche, un effetto domino che rischia di indirizzare il futuro di Muntari.

Il centrocampista, lanciato dall'Udinese nel grande calcio, soffre molto il disappunto aperto della tifoseria, o almeno di parte di essa e a gennaio potrebbe chiedere di cambiare squadra. Ieri, secondo il Corriere dello Sport, si sarebbe confrontato con la fidanzata e con l'agente Piveteau, per capire quali alternative all'Inter possano essere prese in considerazione. Il Tottenham è sempre interessato a lui, questa non è una novità, e stavolta la sua corte potrebbe trovare terreno fertile. Psicologicamente per Muntari la strada oggi è tutta in salita, ogni prestazione negativa influisce anche su quella successiva, il limite della pazienza è stato superato, sia da parte del pubblico sia da parte sua. Ogni tocco di palla, lancio, dribbling che prima venivano in modo naturale, ora presentano enormi difficoltà di esecuzione. Troppo schiacciante il peso del giudizio nei suoi confronti. Soluzioni? Sarebbe giusto che fosse lui a trovare dentro di sé la forza per continuare questa esperienza all'Inter, la religione potrebbe essere una spinta importante in tal senso. Inoltre, sa di poter contare sull'affetto dei compagni e sulla stima di Mourinho, che nonostante qualche prestazione da censurare continua a metterlo in campo se il fisico lo sostiene. Ma anche quella fetta di pubblico che continua a fischiarlo dovrebbe ricaricarsi di pazienza e considerare che si tratta pur sempre di un ragazzo e va protetto così come viene fatto conSanton e Balotelli. Perché Muntari non ama meno di molti suoi compagni la maglia che indossa...


Altre notizie