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Nainggolan: "Inter-Empoli è stata una soddisfazione. Juve, nessun odio. Avrei lavorato con Conte"

di Redazione FcInterNews.it

Radja Nainggolan è stato protagonista di una chat su Twitch sul profilo di RiberaRibell nella quale ha risposto a tantissime domande da parte degli appassionati. 

Il compagno più simpatico.
"Uno veramente divertente è Juan Jesus. Per quanto è serio è pure bello 'stupidino' nel senso buono. Il più rompiscatole Manolas. Bello pesante. Ma ho un rapporto di fratellanza con lui. Gli voglio bene".

Il gol che porto nel cuore.
"Quello più importante forse l'1-0 col Napoli al 93' perché ci consentì di superarli. Quello tecnicamente più bello penso il gol alla Spal. Ne ho fatti un paio belli".

Il numero 4
"A Cagliari, Conti mi ha detto di provare col 4. Ho fatto una stagione buonissima e non l'ho più tolto. All'Inter ho dovuto scegliere e ho preso il 14. Se ho la possibilità di avere il 4 lo prendo perché è anche la mia data di nascita, è una questione affettiva".

Inter-Empoli.
"E' stata una soddisfazione perché l'ultimo obiettivo del campionato era la zona Champions. Ero un po' dispiaciuto per l'Empoli perché giocava un ottimo calcio e meritava la Serie A. Noi però dovevamo fare quello e basta, mi ricordo che Ucan poteva anche pareggiare la partita e noi eravamo fuori. E' stata una partita con tante emozioni ed è stato un gol importante anche per la Champions di quest'anno".

A cosa hai dovuto rinunciare per fare il calciatore.
"Io ho rinunciato a poco nella mia vita. Ognuno ha il suo modo di vivere per come gli viene insegnato e per come cresce. Io non ho vissuto sempre da massimo professionista, lo so ma per me la domenica l'importante è dar battaglia per la squadra e questo non mi è mai mancato. Va giudicato quel che si dà per la squadra. Poi nella vita uno è abbastanza libero".

Lo stadio più difficile.
"Le trasferte a Genova sono difficili. A San Siro è sempre difficile, quando andavi via con un 3-0 andavi via con un sorriso, oggi si possono anche prendere punti. Il calcio è cambiato un po'. Tanti stadi sono difficili. Anche Crotone, quando era in A, era tosta". 

La mancanza di Roma.
"Ho fatto quattro anni a Cagliari e quattro a Roma, dove ho lasciato il cuore perché ho ricevuto sempre tanto affetto e vissuto tante battaglie. Forse sono arrivato anche nell'età in cui iniziava a contare il calcio. A me piace la sfida. La Juve è la squadra più forte negli ultimi dieci anni e per me era più importante batterli che andare là e vincere. Sì, un po' mi manca. Ma la vita va avanti".

L'allenatore con cui hai avuto più feeling.
"Con tanti allenatori, ma quello a cui devo più di tutti è Spalletti. Mi ha cambiato la carriera. Pioli è stato importante, mi ha lanciato in B. Però Spalletti mi ha cambiato ruolo, mi ha completato per quel che ero. Avrei voluto lavorare con Conte perché in un mese ho visto la sua grinta, la personalità. Come voleva far giocare la squadra. In un mese ho visto un grande allenatore". 

Quando torni?
"Aspettiamo la visita di domani (oggi, ndr)".

Il futuro Nainggolan.
"Lo ha preso l'Inter. Barella ha il mio stile di gioco. E' bello cazzuto, corre e lotta. Fa pochi gol e assist, ma acquisita l'esperienza giusta farà anche quello. Lui è come me sei anni fa, è molto importante per far girare bene gli altri dieci in squadra".

La sfida che senti di più.
"A Roma era più sentito il derby, ma per me era la Juve. Io credo che sia la società di cui negli ultimi anni si è parlato di più. La gente pensa che io ho un odio verso la Juve, io non odio la Juve ma a me piace la sfida. Io voglio vincere contro i più forti. E' una rivalità bella perché io ho detto che non ci sarei mai andato e non ci sono mai andato". 

VIDEO - NAPOLI-INTER 1-1, LA DELUSIONE DI TRAMONTANA


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