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Nainggolan: "Non pensavo di lasciare l'Italia. Dall'Anversa la somma che volevo"

di Christian Liotta
Nuova intervista in Belgio per Radja Nainggolan, che parla anche ai microfoni di Eleven Sports spiegando i motivi che lo hanno spinto ad accettare la corte del Royal Anversa. In primis, la spinta del presidente Paul Gheysens: "Non lo conoscevo personalmente, ma è un presidente ambizioso. 'Vogliamo provare a vincere il campionato con te', mi ha detto. Immediatamente una bella ispirazione per venire qui". Nainggolan garantisce che la posizione in campo non è una faccenda importante: "Non mi importa dove gioco, se più in difesa o un po' più in alto in campo, mi va bene. Ho avuto una buona prima impressione durante la conversazione con l'allenatore Brian Priske, ha chiarito le sue aspettative. Sono andati oltre il calcio da soli. Anche in termini di mentalità. Devo dare l'esempio ai giovani, perché in campo sono ancora ammirato".

Tornare in patria, però, non era l'iniziale intenzione del Ninja, come da lui candidamente ammesso: "Non era mia intenzione inizialmente lasciare l'Italia, ma ero aperto a tutte le offerte. E l'Anversa stava, diciamo, spingendo forte. Ho promesso che avrei detto sì se loro mi avessero offerto una certa somma, e loro lo hanno fatto. La firma è arrivata subito dopo. Se sono sorpreso dall'attenzione che è stata rivolta al mio trasferimento? Sì, perché non ho mai giocato a calcio in Belgio né ho fatto grande il mio nome". Ma se la sente Radja di chiudere la carriera nel suo Paese? "Fino a che età vuoi vedermi giocare a calcio?", la risposta secca.
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